Ogni lettore sa che dalla lettura di un libro viene spesso lo stimolo alla lettura di un altro libro: dello stesso genere, della stessa collana, dello stesso autore. Anche la scrittura creativa, quindi l’attività degli autori, funziona sulla base di un meccanismo simile: lo scrittore decide di scrivere per lo stimolo dato dalla lettura di un altro autore, di un altro libro, sia in senso positivo, perché apprezza quell’autore o quel libro, sia in senso negativo, perché non approva quell’autore o quel genere di libri e vuole scrivere qualcosa di diverso. Italo Calvino conosceva bene questi procedimenti e uno dei suoi più noti romanzi, Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979), è proprio costruito su questo meccanismo: i “testi richiamano altri testi”. Il protagonista del romanzo, il Lettore, si trova coinvolto in una sorta di frustrante caccia al libro, in cui ogni volta legge l’inizio di un romanzo che lo porta – per un ripetuto e inspiegabile errore editoriale per cui il contenuto del libro non corrisponde mai alla sua copertina – a leggere l’incipit di un altro romanzo ancora, senza mai poter concludere la lettura di neppure uno dei dieci romanzi che incontra. Allo stesso tempo, sul piano della scrittura, Calvino inizia ogni volta a scrivere dieci romanzi diversi, come se fossero stati scritti da altri dieci autori; egli scrive dieci apocrifi , che rimandano ad altri autori, ad altri generi letterari, ad altri stili narrativi. Il termine tecnico, usato dalla critica letteraria, per indicare che “un libro tira l’altro” o che “da testo nasce testo”, è intertestualità.
Che cos'è l'intertestualità
BERNARDELLI, ANDREA
2013
Abstract
Ogni lettore sa che dalla lettura di un libro viene spesso lo stimolo alla lettura di un altro libro: dello stesso genere, della stessa collana, dello stesso autore. Anche la scrittura creativa, quindi l’attività degli autori, funziona sulla base di un meccanismo simile: lo scrittore decide di scrivere per lo stimolo dato dalla lettura di un altro autore, di un altro libro, sia in senso positivo, perché apprezza quell’autore o quel libro, sia in senso negativo, perché non approva quell’autore o quel genere di libri e vuole scrivere qualcosa di diverso. Italo Calvino conosceva bene questi procedimenti e uno dei suoi più noti romanzi, Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979), è proprio costruito su questo meccanismo: i “testi richiamano altri testi”. Il protagonista del romanzo, il Lettore, si trova coinvolto in una sorta di frustrante caccia al libro, in cui ogni volta legge l’inizio di un romanzo che lo porta – per un ripetuto e inspiegabile errore editoriale per cui il contenuto del libro non corrisponde mai alla sua copertina – a leggere l’incipit di un altro romanzo ancora, senza mai poter concludere la lettura di neppure uno dei dieci romanzi che incontra. Allo stesso tempo, sul piano della scrittura, Calvino inizia ogni volta a scrivere dieci romanzi diversi, come se fossero stati scritti da altri dieci autori; egli scrive dieci apocrifi , che rimandano ad altri autori, ad altri generi letterari, ad altri stili narrativi. Il termine tecnico, usato dalla critica letteraria, per indicare che “un libro tira l’altro” o che “da testo nasce testo”, è intertestualità.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.