Il testo esamina alcune esperienze progettuali per nuovi insediamenti residenziali per la città di Ferrara sviluppate da Alfredo Lambertucci nell’arco di oltre trent’anni, dall’inizio degli anni Sessanta ai primi anni Novanta, nel corso delle quali emergono modalità insediative ricorrenti, legate ad alcune figure urbane: isolati e cluster, doppi corpi contrapposti, corti e shift, sostituzione urbanistica e unità insediative. Se nei primi progetti per i quartieri della fine degli anni Cinquanta e primi anni Sessanta ricorre come materiale compositivo la dimensione dell’unità di vicinato, con le dimensioni dei Piani di Zona ritorna attuale il problema dei servizi collettivi e dei nuclei pubblici in rapporto alle abitazioni, attraverso inconsuete contaminazioni tra tipi edilizi noti. Da queste esperienze emerge una sostanziale posizione critica di questo “professore professionista” verso l’arretratezza italiana della ricerca di base sulla qualità dell’alloggio, delle sue aggregazioni e integrazioni, in rapporto alle mutate condizioni sociali, politiche, economiche, mentre dagli ultimi studi deriva una pratica del progetto come ricerca applicata, nel quale la normativa deve tornare a diventare secondo Lambertucci «elemento di riferimento, espressione di raggiunte e condivise conquiste dell’architettura (...), frutto di pazienti ricerche di base». Un rapporto tra ricerca applicata e ricerche di base, tra università ed Enti di governo della città e del territorio che mostra anche oggi la sua strategica necessità.

Ricerche di base e applicate per l’abitare. Riflessioni a margine di alcuni progetti ferraresi di Alfredo Lambertucci

A. Massarente
Primo
Conceptualization
2021

Abstract

Il testo esamina alcune esperienze progettuali per nuovi insediamenti residenziali per la città di Ferrara sviluppate da Alfredo Lambertucci nell’arco di oltre trent’anni, dall’inizio degli anni Sessanta ai primi anni Novanta, nel corso delle quali emergono modalità insediative ricorrenti, legate ad alcune figure urbane: isolati e cluster, doppi corpi contrapposti, corti e shift, sostituzione urbanistica e unità insediative. Se nei primi progetti per i quartieri della fine degli anni Cinquanta e primi anni Sessanta ricorre come materiale compositivo la dimensione dell’unità di vicinato, con le dimensioni dei Piani di Zona ritorna attuale il problema dei servizi collettivi e dei nuclei pubblici in rapporto alle abitazioni, attraverso inconsuete contaminazioni tra tipi edilizi noti. Da queste esperienze emerge una sostanziale posizione critica di questo “professore professionista” verso l’arretratezza italiana della ricerca di base sulla qualità dell’alloggio, delle sue aggregazioni e integrazioni, in rapporto alle mutate condizioni sociali, politiche, economiche, mentre dagli ultimi studi deriva una pratica del progetto come ricerca applicata, nel quale la normativa deve tornare a diventare secondo Lambertucci «elemento di riferimento, espressione di raggiunte e condivise conquiste dell’architettura (...), frutto di pazienti ricerche di base». Un rapporto tra ricerca applicata e ricerche di base, tra università ed Enti di governo della città e del territorio che mostra anche oggi la sua strategica necessità.
2021
9791280178381
ricerca di base e applicata, alloggio, città, cluster, corte, unità insediativa
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