Durante la pandemia da SARS-Cov-2 in Italia circa 8 milioni di persone si sono trovate a dover lavorare da remoto. Si tratta di un numero elevato, se si considera che prima soltanto 500 mila lavoratori svolgevano le loro attività a distanza. In emergenza, la transizione è avvenuta in molti casi senza una propedeutica riflessione organizzativa e senza una formazione adeguata, comportando disagi sia per i lavoratori che per i datori di lavoro. Tuttavia, la circostanza del tutto particolare che si è venuta a creare ha avuto il merito di sollecitare riflessioni su un tema tanto attuale quanto controverso. Nel nostro paese, il dibattito sul lavoro a distanza ha visto finora un confronto tra posizioni ideologiche non sempre adeguatamente supportate da dati empirici. Da una parte, si evidenziano gli effetti positivi in termini di autonomia, produttività, conciliazione tra vita professionale e privata, disponibilità di tempo libero e, quindi, miglioramento del benessere individuale, oltre alle ricadute positive sull’ambiente. Dall’altra si enfatizzano aspetti negativi, tra cui una potenziale diminuzione della produttività, i rischi di isolamento e marginalizzazione dei lavoratori, l’allargamento delle asimmetrie di genere, l’invadenza dei device tecnologici nella vita quotidiana. La maggior parte dei contributi sul lavoro a distanza presenti attualmente in letteratura afferiscono all’area giuridica o a quella dell’organizzazione aziendale. È possibile reperire anche numerosi contributi, sia teorici che empirici, di matrice sociologica e psicologica, mentre sono pochi, soprattutto a livello nazionale, gli studi di area pedagogica che si focalizzano sugli aspetti relativi alla dimensione educativa e formativa del fenomeno. Tra giugno e luglio 2020 sono stati intervistati 30 dipendenti di organizzazioni pubbliche e private sul territorio nazionale che hanno lavorato a distanza nel periodo di confinamento (marzo-maggio 2020). I partecipanti avevano più di 30 anni di età al momento dell’intervista e un rapporto di lavoro subordinato da almeno un anno nella stessa organizzazione. Il gruppo di riferimento è stato costruito con la tecnica “a valanga”, individuando alcuni soggetti corrispondenti alle caratteristiche e chiedendo loro di identificarne altri disponibili a prendere parte alla ricerca. Le interviste, della durata di 30-45 minuti ciascuna, si sono focalizzate sulla percezione dei cambiamenti determinati dalle nuove modalità di lavoro in relazione ai seguenti aspetti: rapporto con il proprio lavoro, contenuto del lavoro, relazioni con supervisori, colleghi e collaboratori, opportunità di apprendimento. Dalle testimonianze emergono alcuni temi cruciali, tra i quali la fiducia negli altri, la cura di sé, la comunicazione e la collaborazione, la conoscenza dell’organizzazione e dei suoi processi. I risultati dell’indagine esplorativa offrono spunti interessanti per sviluppare successivi studi sul lavoro a distanza in condizioni non emergenziali, adottando una prospettiva critica e interdisciplinare che consenta di apprezzare la complessità del fenomeno.

#iolavoroacasa! Storie di lavoro a distanza durante la pandemia

Silvia Zanazzi
2021

Abstract

Durante la pandemia da SARS-Cov-2 in Italia circa 8 milioni di persone si sono trovate a dover lavorare da remoto. Si tratta di un numero elevato, se si considera che prima soltanto 500 mila lavoratori svolgevano le loro attività a distanza. In emergenza, la transizione è avvenuta in molti casi senza una propedeutica riflessione organizzativa e senza una formazione adeguata, comportando disagi sia per i lavoratori che per i datori di lavoro. Tuttavia, la circostanza del tutto particolare che si è venuta a creare ha avuto il merito di sollecitare riflessioni su un tema tanto attuale quanto controverso. Nel nostro paese, il dibattito sul lavoro a distanza ha visto finora un confronto tra posizioni ideologiche non sempre adeguatamente supportate da dati empirici. Da una parte, si evidenziano gli effetti positivi in termini di autonomia, produttività, conciliazione tra vita professionale e privata, disponibilità di tempo libero e, quindi, miglioramento del benessere individuale, oltre alle ricadute positive sull’ambiente. Dall’altra si enfatizzano aspetti negativi, tra cui una potenziale diminuzione della produttività, i rischi di isolamento e marginalizzazione dei lavoratori, l’allargamento delle asimmetrie di genere, l’invadenza dei device tecnologici nella vita quotidiana. La maggior parte dei contributi sul lavoro a distanza presenti attualmente in letteratura afferiscono all’area giuridica o a quella dell’organizzazione aziendale. È possibile reperire anche numerosi contributi, sia teorici che empirici, di matrice sociologica e psicologica, mentre sono pochi, soprattutto a livello nazionale, gli studi di area pedagogica che si focalizzano sugli aspetti relativi alla dimensione educativa e formativa del fenomeno. Tra giugno e luglio 2020 sono stati intervistati 30 dipendenti di organizzazioni pubbliche e private sul territorio nazionale che hanno lavorato a distanza nel periodo di confinamento (marzo-maggio 2020). I partecipanti avevano più di 30 anni di età al momento dell’intervista e un rapporto di lavoro subordinato da almeno un anno nella stessa organizzazione. Il gruppo di riferimento è stato costruito con la tecnica “a valanga”, individuando alcuni soggetti corrispondenti alle caratteristiche e chiedendo loro di identificarne altri disponibili a prendere parte alla ricerca. Le interviste, della durata di 30-45 minuti ciascuna, si sono focalizzate sulla percezione dei cambiamenti determinati dalle nuove modalità di lavoro in relazione ai seguenti aspetti: rapporto con il proprio lavoro, contenuto del lavoro, relazioni con supervisori, colleghi e collaboratori, opportunità di apprendimento. Dalle testimonianze emergono alcuni temi cruciali, tra i quali la fiducia negli altri, la cura di sé, la comunicazione e la collaborazione, la conoscenza dell’organizzazione e dei suoi processi. I risultati dell’indagine esplorativa offrono spunti interessanti per sviluppare successivi studi sul lavoro a distanza in condizioni non emergenziali, adottando una prospettiva critica e interdisciplinare che consenta di apprezzare la complessità del fenomeno.
2021
9788867608287
9788867608300
pandemia COVID; lavoro a distanza; smartworking; lockdown
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