Il Valore Pubblico è un concetto interspaziale (ovvero, si rivolge a diverse categorie di stakeholder dell’azione pubblica) ed intertemporale (ossia, si concentra sui cittadini di oggi ma volge lo sguardo anche a quelli di domani). Per migliorare gli impatti esterni della propria azione, una PA deve anche presidiare e sviluppare lo stato delle proprie risorse, tramite progetti di miglioramento amministrativo (impatti interni): «L’amministrazione crea Valore Pubblico quando persegue (e consegue) un miglioramento congiunto ed equilibrato degli impatti esterni ed interni: per generare Valore Pubblico sui cittadini e sugli utenti, favorendo la possibilità di generarlo anche a favore di quelli futuri, l’amministrazione deve essere efficace ed efficiente tenuto conto della quantità e della qualità delle risorse disponibili» (LG 2/2017, p. 19). Possiamo, quindi, dedurre che una PA crea Valore Pubblico quando è capace di migliorare congiuntamente sia il benessere di utenti e stakeholder che la salute dell’ente stesso, non limitandosi all’episodica generazione di utilità per i cittadini di oggi, ma accrescendo la capacità dell’ente di creare Valore Pubblico anche per i cittadini di domani, secondo un principio di equità intergenerazionale (Deidda Gagliardo, 2002, pp. 181-186). In definitiva, un sistema capace di misurare e valutare il Valore Pubblico fornirebbe informazioni preziose a diversi stakeholder: - la singola PA disporrebbe di informazioni utili al proprio miglioramento; - il DFP disporrebbe di informazioni utili ad indirizzare politiche nazionali, generali o tematiche, di miglioramento delle PA; - a premiare le PA più virtuose, con premi finanziari, organizzativi, formativi, reputazionali, ecc., favorendo anche valutazioni più oggettive e funzionali delle performance individuali; e ad aiutare quelle meno virtuose, tramite interventi mirati di accompagnamento formativo, professionale, ecc., favorendo anche valutazioni più oggettive e funzionali delle performance individuali; - il singolo cittadino ed utente disporrebbe di informazioni utili per scegliere da quale PA farsi erogare il servizio (nel caso di scelta libera, ad esempio in Sanità o nelle Università) o per pungolare le amministrazioni con standard quanti-qualitativi di servizio oggettivamente inadeguati (nel caso di fruizione obbligata, ad es. in determinati servizi dei Comuni).
La creazione e la misurazione del valore pubblico
Deidda Gagliardo Enrico
Primo
Writing – Original Draft Preparation
;Papi LucaSecondo
Writing – Original Draft Preparation
2019
Abstract
Il Valore Pubblico è un concetto interspaziale (ovvero, si rivolge a diverse categorie di stakeholder dell’azione pubblica) ed intertemporale (ossia, si concentra sui cittadini di oggi ma volge lo sguardo anche a quelli di domani). Per migliorare gli impatti esterni della propria azione, una PA deve anche presidiare e sviluppare lo stato delle proprie risorse, tramite progetti di miglioramento amministrativo (impatti interni): «L’amministrazione crea Valore Pubblico quando persegue (e consegue) un miglioramento congiunto ed equilibrato degli impatti esterni ed interni: per generare Valore Pubblico sui cittadini e sugli utenti, favorendo la possibilità di generarlo anche a favore di quelli futuri, l’amministrazione deve essere efficace ed efficiente tenuto conto della quantità e della qualità delle risorse disponibili» (LG 2/2017, p. 19). Possiamo, quindi, dedurre che una PA crea Valore Pubblico quando è capace di migliorare congiuntamente sia il benessere di utenti e stakeholder che la salute dell’ente stesso, non limitandosi all’episodica generazione di utilità per i cittadini di oggi, ma accrescendo la capacità dell’ente di creare Valore Pubblico anche per i cittadini di domani, secondo un principio di equità intergenerazionale (Deidda Gagliardo, 2002, pp. 181-186). In definitiva, un sistema capace di misurare e valutare il Valore Pubblico fornirebbe informazioni preziose a diversi stakeholder: - la singola PA disporrebbe di informazioni utili al proprio miglioramento; - il DFP disporrebbe di informazioni utili ad indirizzare politiche nazionali, generali o tematiche, di miglioramento delle PA; - a premiare le PA più virtuose, con premi finanziari, organizzativi, formativi, reputazionali, ecc., favorendo anche valutazioni più oggettive e funzionali delle performance individuali; e ad aiutare quelle meno virtuose, tramite interventi mirati di accompagnamento formativo, professionale, ecc., favorendo anche valutazioni più oggettive e funzionali delle performance individuali; - il singolo cittadino ed utente disporrebbe di informazioni utili per scegliere da quale PA farsi erogare il servizio (nel caso di scelta libera, ad esempio in Sanità o nelle Università) o per pungolare le amministrazioni con standard quanti-qualitativi di servizio oggettivamente inadeguati (nel caso di fruizione obbligata, ad es. in determinati servizi dei Comuni).File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
09_Nardo_Cap.9.pdf
solo gestori archivio
Descrizione: versione editoriale
Tipologia:
Full text (versione editoriale)
Licenza:
NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione
1.49 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.49 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.