Oggetto di studio di questo volume è la formazione di una rete di intellettuali a Ferrara tra l’inizio degli anni Cinquanta e la fine degli anni Ottanta che hanno prodotto fuori e dentro le Mura cittadine una serie di opere visive – se pensiamo alla pittura, alla fotografia, al cinema, alla videoarte – di scritti – reportage, inchieste sociali, saggi, poesie, racconti, romanzi – di difficile classificazione. Alla base dello sguardo analitico di questa generazione di intellettuali vi era un punto di vista fortemente transdisciplinare nel momento in cui le separazioni tra discipline erano meno evidenti, vista anche l’assenza di facoltà umanistiche e l’istituzione della prima cattedra di Antropologia a Ferrara solo nel 2008. La domanda al centro di questo testo è: prima della nascita di cattedre di scienze sociali in che modo studiosi e artisti hanno prodotto opere antropologicamente significative? In che senso i loro lavori hanno prodotto una domanda di antropologia in città? Se prendiamo come assunto che non esista più una singola categoria di autori, e, di conseguenza, di lettori, come forse si credeva nell’età classica dei testi etnografici, questi lavori realizzati sul finire dello scorso millennio, ci dimostrano come la modalità realistica di scrittura, quella che accademicamente abbiamo riconosciuto spesso come unica legittima, rappresenta, forse, solo uno dei possibili modi di scrivere un’etnografia.
Ibridi ferraresi. L'antropologia in una città senza antropologi
giuseppe scandurraPrimo
2020
Abstract
Oggetto di studio di questo volume è la formazione di una rete di intellettuali a Ferrara tra l’inizio degli anni Cinquanta e la fine degli anni Ottanta che hanno prodotto fuori e dentro le Mura cittadine una serie di opere visive – se pensiamo alla pittura, alla fotografia, al cinema, alla videoarte – di scritti – reportage, inchieste sociali, saggi, poesie, racconti, romanzi – di difficile classificazione. Alla base dello sguardo analitico di questa generazione di intellettuali vi era un punto di vista fortemente transdisciplinare nel momento in cui le separazioni tra discipline erano meno evidenti, vista anche l’assenza di facoltà umanistiche e l’istituzione della prima cattedra di Antropologia a Ferrara solo nel 2008. La domanda al centro di questo testo è: prima della nascita di cattedre di scienze sociali in che modo studiosi e artisti hanno prodotto opere antropologicamente significative? In che senso i loro lavori hanno prodotto una domanda di antropologia in città? Se prendiamo come assunto che non esista più una singola categoria di autori, e, di conseguenza, di lettori, come forse si credeva nell’età classica dei testi etnografici, questi lavori realizzati sul finire dello scorso millennio, ci dimostrano come la modalità realistica di scrittura, quella che accademicamente abbiamo riconosciuto spesso come unica legittima, rappresenta, forse, solo uno dei possibili modi di scrivere un’etnografia.File | Dimensione | Formato | |
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