L’articolo, traendo spunto dalla distinzione operata da Riccardo Guastini tra interpretazione ‘in astratto’ e interpretazione ‘in concreto’, affronta il tema dell’applicazione di norme a casi. La sussunzione di un caso individuale sotto una regola presuppone la identificazione di tale regola e ciò richiede, non poche volte, che l’interprete ritagli, tra le fonti, una serie finita di enunciati assunti come rilevanti per la soluzione del caso, collegandoli tra loro. Tale serie di enunciati configura un ‘microsistema’. Questa operazione appare essere frutto di interpretazione. Il microsistema è, così, il risultato dell’attività degli interpreti e consente di istituire relazioni significative tra i vari materiali normativi. La odierna destrutturazione del sistema delle fonti, però, complica il lavoro dell’interprete, che, sempre più, si trova ad utilizzare materiali normativi ‘esterni’ all’ordinamento giuridico e a far ricorso a fonti la cui giuridicità è rimessa alla decisione dell’interprete stesso. Il processo di formazione della regola comporta l’individuazione (tramite selezione) delle fonti ritenute utili per la soluzione del caso. La costruzione del microsistema permette di organizzare i materiali normativi (tra l’altro, colmando le lacune e risolvendo le antinomie), disponendoli secondo un ordine. Giocano un ruolo importante, qui, i princìpi, in quanto criteri ordinatori e unificatori.
Casi, microsistemi, princìpi nel disordine delle fonti
PASTORE, B.
2019
Abstract
L’articolo, traendo spunto dalla distinzione operata da Riccardo Guastini tra interpretazione ‘in astratto’ e interpretazione ‘in concreto’, affronta il tema dell’applicazione di norme a casi. La sussunzione di un caso individuale sotto una regola presuppone la identificazione di tale regola e ciò richiede, non poche volte, che l’interprete ritagli, tra le fonti, una serie finita di enunciati assunti come rilevanti per la soluzione del caso, collegandoli tra loro. Tale serie di enunciati configura un ‘microsistema’. Questa operazione appare essere frutto di interpretazione. Il microsistema è, così, il risultato dell’attività degli interpreti e consente di istituire relazioni significative tra i vari materiali normativi. La odierna destrutturazione del sistema delle fonti, però, complica il lavoro dell’interprete, che, sempre più, si trova ad utilizzare materiali normativi ‘esterni’ all’ordinamento giuridico e a far ricorso a fonti la cui giuridicità è rimessa alla decisione dell’interprete stesso. Il processo di formazione della regola comporta l’individuazione (tramite selezione) delle fonti ritenute utili per la soluzione del caso. La costruzione del microsistema permette di organizzare i materiali normativi (tra l’altro, colmando le lacune e risolvendo le antinomie), disponendoli secondo un ordine. Giocano un ruolo importante, qui, i princìpi, in quanto criteri ordinatori e unificatori.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.