Perché un convegno sul tema dei confini? Il tema dei confini -sia in senso fisico che metaforico- è quanto mai attuale, in una società globale che deve bilanciarsi tra diverse realtà culturali e tensioni identitarie. Ma questo tema ha anche riscontrato negli ultimi anni un interesse crescente negli studi sul mondo classico che, seguendo i paradigmi interpretativi dell'antropologia e degli studi sociologici e post-coloniali sui limiti e le frontiere, hanno iniziato a riflettere su tale questione spostando l'interesse dal limite militare, proprietario e difensivo al più ampio concetto di confine come spazio permeabile e luogo d'incontro. Il confine, assumendo la duplice funzione di barriera e di soglia, ha così il fascino di un tema ambiguo, evidenziando un momento critico tanto nell’organizzazione spaziale quanto nella definizione delle identità. L’importanza dei confini risiede d’altronde proprio nel fatto che essi assolvono a una funzione fondamentale nella costruzione dell’umano. Nell’uomo esiste infatti una propensione naturale a tracciare confini, perché è tramite la definizione dei confini che si sviluppano i processi di auto-definizione del sé e dell’altro (individuale e collettivo). In altri termini, la definizione dei confini è una questione che riguarda la stessa definizione di identità.Perché i confini di Roma? La storia della fondazione di Roma, cioè le vicende legate alla costruzione della sua identità, coincide con il racconto di un rituale di definizione di confini e dei conflitti che da tale rituale derivano. Ma non solo: la problematica dei confini è connaturata alla mentalità e alla cultura romana che sin dagli inizi si preoccupa di definire lo spazio in maniera consona al volere divino e ha bisogno di recarsi ai confini del proprio territorio per rapportarsi con le altre comunità, come indica il modus operandi dei Feziali. Si potrebbe anzi arrivare a dire che i Romani fossero ossessionati dai confini, come dimostrano non solo il numero delle norme giuridiche dedicate al tema ma l’importanza che le fonti storiche attribuiscono ai limiti di una città i cui confini possono muoversi in una sola direzione, cioè verso l’esterno, e che nei secoli ingrandisce il suo potere tanto da arrivare a non conoscere più limiti. Una questione che secondo la tradizione si sarebbe posto già Romolo stesso nel non voler delimitare in alcun modo la potenza in atto di Roma, ma che si esprime massimamente in epoca augustea, quando a un imperium sine fine corrisponde un’urbs che coincide con l’orbis terrarum e i cui confini di conseguenza non possono che essere indefiniti.

I confini di Roma: punti, linee, spazi e paesaggi di confine nella cultura romana antica

Rachele Dubbini
Primo
Writing – Review & Editing
2019

Abstract

Perché un convegno sul tema dei confini? Il tema dei confini -sia in senso fisico che metaforico- è quanto mai attuale, in una società globale che deve bilanciarsi tra diverse realtà culturali e tensioni identitarie. Ma questo tema ha anche riscontrato negli ultimi anni un interesse crescente negli studi sul mondo classico che, seguendo i paradigmi interpretativi dell'antropologia e degli studi sociologici e post-coloniali sui limiti e le frontiere, hanno iniziato a riflettere su tale questione spostando l'interesse dal limite militare, proprietario e difensivo al più ampio concetto di confine come spazio permeabile e luogo d'incontro. Il confine, assumendo la duplice funzione di barriera e di soglia, ha così il fascino di un tema ambiguo, evidenziando un momento critico tanto nell’organizzazione spaziale quanto nella definizione delle identità. L’importanza dei confini risiede d’altronde proprio nel fatto che essi assolvono a una funzione fondamentale nella costruzione dell’umano. Nell’uomo esiste infatti una propensione naturale a tracciare confini, perché è tramite la definizione dei confini che si sviluppano i processi di auto-definizione del sé e dell’altro (individuale e collettivo). In altri termini, la definizione dei confini è una questione che riguarda la stessa definizione di identità.Perché i confini di Roma? La storia della fondazione di Roma, cioè le vicende legate alla costruzione della sua identità, coincide con il racconto di un rituale di definizione di confini e dei conflitti che da tale rituale derivano. Ma non solo: la problematica dei confini è connaturata alla mentalità e alla cultura romana che sin dagli inizi si preoccupa di definire lo spazio in maniera consona al volere divino e ha bisogno di recarsi ai confini del proprio territorio per rapportarsi con le altre comunità, come indica il modus operandi dei Feziali. Si potrebbe anzi arrivare a dire che i Romani fossero ossessionati dai confini, come dimostrano non solo il numero delle norme giuridiche dedicate al tema ma l’importanza che le fonti storiche attribuiscono ai limiti di una città i cui confini possono muoversi in una sola direzione, cioè verso l’esterno, e che nei secoli ingrandisce il suo potere tanto da arrivare a non conoscere più limiti. Una questione che secondo la tradizione si sarebbe posto già Romolo stesso nel non voler delimitare in alcun modo la potenza in atto di Roma, ma che si esprime massimamente in epoca augustea, quando a un imperium sine fine corrisponde un’urbs che coincide con l’orbis terrarum e i cui confini di conseguenza non possono che essere indefiniti.
2019
978-88-467-5512-4
Storia di Roma antica, Archeologia Classica, Storia delle religioni, Antropologia del mondo antico, Storia del diritto romano, Urbanistica antica, Topografia antica, Epigrafia latina, Archeologia del paesaggio
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