Dopo cinque anni sono riprese le ricerche archeologiche sul sito gravettiano del Piovesello, con lo scopo di terminare l’indagine planimetrica del sito ed avere così un’immagine completa della frequentazione umana. La campagna di scavi è durata tre settimane e si è inserita all’interno del progetto “Paleo APPennino – il Piovesello tra Preistoria ed Era multimediale”, finanziato da IBC Emilia-Romagna e mirato a divulgare, rendere note e fruibili le emergenze culturali preistoriche del piacentino creando una rete virtuale tra musei e siti archeologici. Le indagini sul campo hanno interessato un’area di circa 20 mq, posta a sud dell’area indagata nelle campagne precedenti. A partire dall’erosione causata dal corso d’acqua che ha reso possibile la scoperta del sito, gli scavi si sono estesi fino alla US 10, ovvero il bedrock. Circa un centinaio di reperti sono stati rinvenuti e documentati attraverso fotografie e l’utilizzo della stazione totale. La distribuzione verticale dei reperti, ritrovati sia alla base che nel corpo di US 7, e la loro disposizione spaziale verticalizzata od obliqua, ha fatto pensare all’esistenza di processi post-deposizionali di natura vertica a causa dei quali i reperti potrebbero avere perduto la disposizione originaria. Per questo motivo sono stati prelevati campioni di stratigrafia col fine di svolgere ulteriori analisi micromorfologiche. Gli scavi hanno confermato la ridotta estensione del sito, indagato ormai nella sua interezza come confermato anche dai numerosi rimontaggi litici presenti sul materiale archeologico, importanti al fine di ricavare informazioni sulle modalità di scheggiatura e la gestione delle risorse litiche.
Piovesello
Marco PeresaniSupervision
;Davide DelpianoInvestigation
2018
Abstract
Dopo cinque anni sono riprese le ricerche archeologiche sul sito gravettiano del Piovesello, con lo scopo di terminare l’indagine planimetrica del sito ed avere così un’immagine completa della frequentazione umana. La campagna di scavi è durata tre settimane e si è inserita all’interno del progetto “Paleo APPennino – il Piovesello tra Preistoria ed Era multimediale”, finanziato da IBC Emilia-Romagna e mirato a divulgare, rendere note e fruibili le emergenze culturali preistoriche del piacentino creando una rete virtuale tra musei e siti archeologici. Le indagini sul campo hanno interessato un’area di circa 20 mq, posta a sud dell’area indagata nelle campagne precedenti. A partire dall’erosione causata dal corso d’acqua che ha reso possibile la scoperta del sito, gli scavi si sono estesi fino alla US 10, ovvero il bedrock. Circa un centinaio di reperti sono stati rinvenuti e documentati attraverso fotografie e l’utilizzo della stazione totale. La distribuzione verticale dei reperti, ritrovati sia alla base che nel corpo di US 7, e la loro disposizione spaziale verticalizzata od obliqua, ha fatto pensare all’esistenza di processi post-deposizionali di natura vertica a causa dei quali i reperti potrebbero avere perduto la disposizione originaria. Per questo motivo sono stati prelevati campioni di stratigrafia col fine di svolgere ulteriori analisi micromorfologiche. Gli scavi hanno confermato la ridotta estensione del sito, indagato ormai nella sua interezza come confermato anche dai numerosi rimontaggi litici presenti sul materiale archeologico, importanti al fine di ricavare informazioni sulle modalità di scheggiatura e la gestione delle risorse litiche.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.