Leon Duguit figura tra gli interpreti più illustri e acuti delle trasformazioni economico-sociali che hanno investito l’Europa e in particolare la Francia alla fine del XIX secolo . Lungi dal rappresentare un fenomeno isolato, la sua enfasi sul “sociale” si inscrive in un complesso movimento che dall’Europa si è diffuso su scala globale, e che in Francia ha avuto come precondizione l’insofferenza verso l’approccio esegetico, e in modo particolare verso la tendenza a ridurre l’essenza del diritto alla legge positiva . L’originalità del progetto di Duguit sarebbe tuttavia destinata a restare incompresa laddove non si tenessero in debita considerazione i riferimenti culturali che lo pervadono e dai quali trae costante alimento. Basti dire che nella storia della revisione critica della scienza giuridica francese, nessuno ha così energicamente fatto del richiamo al “sociale” una “necessità”, dotata della stessa obiettività delle leggi fisiche. Da questo punto di vista, ciò che a distanza di più un secolo ancora colpisce delle sei conferenze tenute da Duguit a Buenos Aires, poi confluite nelle “Les transformations générales du droit privé depuis le Code Napoléon”, è il radicale tentativo che esse rappresentano di recepire quella tradizione teorica di rigido positivismo sociologico che, da Comte a Durkheim, muoveva dall’idea fondamentale secondo la quale la realtà ci presenta costantemente dei dati oggettivi, e che da questo fatto occorre prendere le mosse per produrre costruzioni capaci di darne conto e di interpretarli.
La edición española de "Les transformations générales du droit privé depuis le Code Napoléon"
Amodio C.
2018
Abstract
Leon Duguit figura tra gli interpreti più illustri e acuti delle trasformazioni economico-sociali che hanno investito l’Europa e in particolare la Francia alla fine del XIX secolo . Lungi dal rappresentare un fenomeno isolato, la sua enfasi sul “sociale” si inscrive in un complesso movimento che dall’Europa si è diffuso su scala globale, e che in Francia ha avuto come precondizione l’insofferenza verso l’approccio esegetico, e in modo particolare verso la tendenza a ridurre l’essenza del diritto alla legge positiva . L’originalità del progetto di Duguit sarebbe tuttavia destinata a restare incompresa laddove non si tenessero in debita considerazione i riferimenti culturali che lo pervadono e dai quali trae costante alimento. Basti dire che nella storia della revisione critica della scienza giuridica francese, nessuno ha così energicamente fatto del richiamo al “sociale” una “necessità”, dotata della stessa obiettività delle leggi fisiche. Da questo punto di vista, ciò che a distanza di più un secolo ancora colpisce delle sei conferenze tenute da Duguit a Buenos Aires, poi confluite nelle “Les transformations générales du droit privé depuis le Code Napoléon”, è il radicale tentativo che esse rappresentano di recepire quella tradizione teorica di rigido positivismo sociologico che, da Comte a Durkheim, muoveva dall’idea fondamentale secondo la quale la realtà ci presenta costantemente dei dati oggettivi, e che da questo fatto occorre prendere le mosse per produrre costruzioni capaci di darne conto e di interpretarli.File | Dimensione | Formato | |
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