Questo lavoro parte, con intenzionalità precisamente orientata, dal presupposto che, per affrontare questioni relative alla formazione in situazioni di marginalità e devianza, sia necessaria una pedagogia solidale. Un approccio scientifico, quindi, non “neutrale” e non separabile da un atteggiamento etico. La ricerca qualitativa, con i suoi riferimenti ai metodi dell’etnografia e a modelli di riflessione ermeneutica, rappresenta la scelta necessaria di supporto ad interventi formativi che non intendano reducare – sterile pratica coercitiva – ma indurre alla coscientizzazione e all’individuazione dei talenti. L’epistemologia di riferimento è critica nei confronti di ogni pretesa scientista riduzionistica, nella convinzione che l’unicità del metodo riguardi il passato e che la pluralità, con le conseguenti opportunità di dialogo e confronto, sia adeguata all’attuale dimensione della complessità e alle prospettive future. Non può mancare, infine, un riferimento alla politica democratica e al suo dovere di confrontarsi con i saperi di “frontiera”, al cospetto di emergenze umanitarie che stanno coinvolgendo enormi masse in condizioni di difficile sopravvivenza.
Ricerca qualitativa e pedagogia solidale
Anita GramignaPrimo
;Yolanda Estrada Ramos
2018
Abstract
Questo lavoro parte, con intenzionalità precisamente orientata, dal presupposto che, per affrontare questioni relative alla formazione in situazioni di marginalità e devianza, sia necessaria una pedagogia solidale. Un approccio scientifico, quindi, non “neutrale” e non separabile da un atteggiamento etico. La ricerca qualitativa, con i suoi riferimenti ai metodi dell’etnografia e a modelli di riflessione ermeneutica, rappresenta la scelta necessaria di supporto ad interventi formativi che non intendano reducare – sterile pratica coercitiva – ma indurre alla coscientizzazione e all’individuazione dei talenti. L’epistemologia di riferimento è critica nei confronti di ogni pretesa scientista riduzionistica, nella convinzione che l’unicità del metodo riguardi il passato e che la pluralità, con le conseguenti opportunità di dialogo e confronto, sia adeguata all’attuale dimensione della complessità e alle prospettive future. Non può mancare, infine, un riferimento alla politica democratica e al suo dovere di confrontarsi con i saperi di “frontiera”, al cospetto di emergenze umanitarie che stanno coinvolgendo enormi masse in condizioni di difficile sopravvivenza.File | Dimensione | Formato | |
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