La nozione di vulnerabilità andrebbe recuperata nella sua “classica” accezione appartenente al pensiero politico e giuridico, quale caratteristica intrinseca a tutti gli esseri umani e perciò rilevante per la fondazione delle istituzioni politiche e della produzione giuridica, dunque quale “presupposto” implicito delle filosofie contrattualistiche e utilitaristiche. Già in Thomas Hobbes, infatti, e molto tempo dopo anche in Herbert Hart, la comune condizione di vulnerabilità è stata riconosciuta come la ragione prima che spinge verso l’istituzione del monopolio politico e giuridico dell’uso della forza da parte dello Stato, con la conseguente proibizione del ricorso alla violenza/forza privata.
Conclusioni. La vulnerabilità e la forza. Un binomio antico da ritematizzare
O. Giolo
2018
Abstract
La nozione di vulnerabilità andrebbe recuperata nella sua “classica” accezione appartenente al pensiero politico e giuridico, quale caratteristica intrinseca a tutti gli esseri umani e perciò rilevante per la fondazione delle istituzioni politiche e della produzione giuridica, dunque quale “presupposto” implicito delle filosofie contrattualistiche e utilitaristiche. Già in Thomas Hobbes, infatti, e molto tempo dopo anche in Herbert Hart, la comune condizione di vulnerabilità è stata riconosciuta come la ragione prima che spinge verso l’istituzione del monopolio politico e giuridico dell’uso della forza da parte dello Stato, con la conseguente proibizione del ricorso alla violenza/forza privata.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
26-4-PB (1).pdf
accesso aperto
Descrizione: Full text editoriale
Tipologia:
Full text (versione editoriale)
Licenza:
PUBBLICO - Pubblico con Copyright
Dimensione
69.02 kB
Formato
Adobe PDF
|
69.02 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.