Premesse: Mycobacterium kansasi è un micobatterio atipico responsabile di quadri polmonari anche gravi, soprattutto in pazienti compromessi (BPCO) o immunocompromessi (HIV, neoplasie, chemioterapie). Obiettivo: riportiamo il caso di un paziente affetto da leucemia linfatica cronica (LLC), con infezione disseminata cutanea da M. kansasii associata ad interessamento polmonare. Risultati: il paziente giungeva alla nostra osservazione per la comparsa da alcuni mesi di una lesione ulcerata, secernente e dolente a livello della coscia sinistra, associata a tosse poco produttiva. Dall'anamnesi emergeva puntura di insetto nella sede della lesione e storia di leucemia linfatica cronica plurirefrattaria, in trattamento con steroide a basse dosi. Gli esami ematici mostravano linfocitosi assoluta, PCR <0.4 mg/dl. Il paziente era apiretico e in discrete condizioni generali; negative sierologie per HIV, toxoplasma, lue, CMV. Test QuantiFERON positivo. L'esame istologico della lesione mostrava tessuto fibroso e macrofagi a citoplasma zaffato da bacilli PAS positivi e Ziehl-Neelsen positivi mentre le colture dalla lesione e dall'escreato risultavano positive per M. kansasii, resistente a isoniazide. RX torace e TC torace erano negativi. Si iniziava pertanto terapia con Rifampicina (600 mg die), Claritromicina (500 mg x 2 die) ed Etambutolo (400 mg x 3 die), con guarigione completa dell'ulcera e scomparsa della tosse. Durante il ricovero si è assistito anche a riacutizzazione della LLC, per cui si riprendeva terapia immunosoppressiva con Ibrutinib. Attualmente il paziente ha completato 6 mesi di terapia (durata prevista del trattamento, 12-18 mesi), con ottima tollerabilità. Conclusioni: le micobatteriosi non tubercolari rappresentano patologie ubiquitarie, sostenute da microrganismi il cui serbatoio è prevalentemente ambientale. Nel paziente immunocompromesso non è raro riscontrare forme disseminate da M. kansasii, contraddistinte soprattutto da un coinvolgimento polmonare. Nel nostro caso tuttavia, la localizzazione cutanea è stata predominante, mentre il quadro polmonare, del tutto secondario. Rari sono i casi di coinvolgimento cutaneo da M. kansasii riportati in letteratura: Ad oggi, le descrizioni di localizzazione extrapolmonare da M. kansasii, riguardano in prevalenza forme settiche ed osteo-articolari in pazienti con patologie reumatiche (borsiti, tenosinoviti), mentre solo 4 (dal 2003), pazienti HIV positivi o con co-morbidità ematologica. Nel nostro caso resta da chiarire se l'interessamento cutaneo sia stato conseguente alla puntura di insetto contaminatasi con le secrezioni respiratorie infette, o se esso stesso sia stato fonte di successiva disseminazione ematogena al polmone. L'infezione da M. kansasii dovrebbe sempre sospettata in paziente ematologici, anche in caso di quadri clinici non usuali, come quello cutaneo.
Infezione cutanea disseminata da Mycobacterium Kansasii in paziente con leucemia linfatica cronica
Fabbri Gabriele.
Primo
;Guardigni Viola.Membro del Collaboration Group
;Contini Carlo.Ultimo
Writing – Review & Editing
2014
Abstract
Premesse: Mycobacterium kansasi è un micobatterio atipico responsabile di quadri polmonari anche gravi, soprattutto in pazienti compromessi (BPCO) o immunocompromessi (HIV, neoplasie, chemioterapie). Obiettivo: riportiamo il caso di un paziente affetto da leucemia linfatica cronica (LLC), con infezione disseminata cutanea da M. kansasii associata ad interessamento polmonare. Risultati: il paziente giungeva alla nostra osservazione per la comparsa da alcuni mesi di una lesione ulcerata, secernente e dolente a livello della coscia sinistra, associata a tosse poco produttiva. Dall'anamnesi emergeva puntura di insetto nella sede della lesione e storia di leucemia linfatica cronica plurirefrattaria, in trattamento con steroide a basse dosi. Gli esami ematici mostravano linfocitosi assoluta, PCR <0.4 mg/dl. Il paziente era apiretico e in discrete condizioni generali; negative sierologie per HIV, toxoplasma, lue, CMV. Test QuantiFERON positivo. L'esame istologico della lesione mostrava tessuto fibroso e macrofagi a citoplasma zaffato da bacilli PAS positivi e Ziehl-Neelsen positivi mentre le colture dalla lesione e dall'escreato risultavano positive per M. kansasii, resistente a isoniazide. RX torace e TC torace erano negativi. Si iniziava pertanto terapia con Rifampicina (600 mg die), Claritromicina (500 mg x 2 die) ed Etambutolo (400 mg x 3 die), con guarigione completa dell'ulcera e scomparsa della tosse. Durante il ricovero si è assistito anche a riacutizzazione della LLC, per cui si riprendeva terapia immunosoppressiva con Ibrutinib. Attualmente il paziente ha completato 6 mesi di terapia (durata prevista del trattamento, 12-18 mesi), con ottima tollerabilità. Conclusioni: le micobatteriosi non tubercolari rappresentano patologie ubiquitarie, sostenute da microrganismi il cui serbatoio è prevalentemente ambientale. Nel paziente immunocompromesso non è raro riscontrare forme disseminate da M. kansasii, contraddistinte soprattutto da un coinvolgimento polmonare. Nel nostro caso tuttavia, la localizzazione cutanea è stata predominante, mentre il quadro polmonare, del tutto secondario. Rari sono i casi di coinvolgimento cutaneo da M. kansasii riportati in letteratura: Ad oggi, le descrizioni di localizzazione extrapolmonare da M. kansasii, riguardano in prevalenza forme settiche ed osteo-articolari in pazienti con patologie reumatiche (borsiti, tenosinoviti), mentre solo 4 (dal 2003), pazienti HIV positivi o con co-morbidità ematologica. Nel nostro caso resta da chiarire se l'interessamento cutaneo sia stato conseguente alla puntura di insetto contaminatasi con le secrezioni respiratorie infette, o se esso stesso sia stato fonte di successiva disseminazione ematogena al polmone. L'infezione da M. kansasii dovrebbe sempre sospettata in paziente ematologici, anche in caso di quadri clinici non usuali, come quello cutaneo.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.