Oggi la trasmissione di conoscenza e saperi trova opportunità senza precedenti attraverso l’offerta di attività formative online e gratuite. Con scopi, obiettivi e modalità comunicative e didattiche diverse. Impiegati in attività formali e non formali, in aziende, organizzazioni pubbliche e private, nelle Università, per conseguire titoli di studio, acquisire competenze professionali, per progredire nella carriera, per inserirsi o ricollocarsi nel mondo del lavoro, per passione o interessi personali. Si presentano così i MOOCs, acronimo di massive open online courses, nati negli Stati Uniti e diffusi ormai su scala mondiale. La fruizione dei MOOCs da parte di un gran numero di persone si apre allora alla prospettiva di un anarchico ambiente globale dove possono incontrarsi e scontrarsi le differenze culturali. Tale ambiente formativo deve essere esplorato con sensibilità pedagogica al fine di studiarne le processualità e le dinamiche. La nostra analisi mira a tracciare una disanima delle dinamiche di conoscenza attivate dai MOOCs per dare un contributo alla progettazione di una loro più efficace elaborazione tesa ad una libera e trasparente educazione dell'intercultura. Dinamiche di conoscenza che dipendono soprattutto dal rapporto tra le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e la cultura: con la massiccia distribuzione/circolazione/fruizione di contenuti digitali attraverso gli schermi l'individuo non si rapporta più con un computer ma con una cultura codificata in forma digitale. Il quadro epistemologico si riferisce ad una pedagogia interpretativa di impianto ermeneutico in quanto riteniamo che sia la più indicata ad illustrare le problematiche legate all'intercultura senza giungere a facili generalizzazioni di gerarchie dei valori culturali. L'approccio è di tipo qualitativo in quanto mette in luce le dinamiche relazionali che sottostanno alle problematiche interculturali; di conseguenza la prospettiva sarà di tipo sistemico. Dal lavoro svolto si evince come il corretto uso delle potenzialità dei MOOCs possa determinare una loro elaborazione mirata a favorire il dialogo formativo fra le differenze culturali. Ma affinchè ciò avvenga è necessario un costante intervento delle scienze dell’educazione per evitare una deriva tecnocentrica del fenomeno e per guidare l'impiego di questi ambienti verso la ricerca di quel nuovo umanesimo di cui ha bisogno la società globalizzata e multietnica. All’interno della quale l’interculturalismo deve essere considerato come un processo vivo attraverso il quale saperi, opinioni, credenze possono riplasmarsi continuamente.
MOOC e diffusione del sapere. Tecnologie e processi educativi interculturali
Ganino, G.
2017
Abstract
Oggi la trasmissione di conoscenza e saperi trova opportunità senza precedenti attraverso l’offerta di attività formative online e gratuite. Con scopi, obiettivi e modalità comunicative e didattiche diverse. Impiegati in attività formali e non formali, in aziende, organizzazioni pubbliche e private, nelle Università, per conseguire titoli di studio, acquisire competenze professionali, per progredire nella carriera, per inserirsi o ricollocarsi nel mondo del lavoro, per passione o interessi personali. Si presentano così i MOOCs, acronimo di massive open online courses, nati negli Stati Uniti e diffusi ormai su scala mondiale. La fruizione dei MOOCs da parte di un gran numero di persone si apre allora alla prospettiva di un anarchico ambiente globale dove possono incontrarsi e scontrarsi le differenze culturali. Tale ambiente formativo deve essere esplorato con sensibilità pedagogica al fine di studiarne le processualità e le dinamiche. La nostra analisi mira a tracciare una disanima delle dinamiche di conoscenza attivate dai MOOCs per dare un contributo alla progettazione di una loro più efficace elaborazione tesa ad una libera e trasparente educazione dell'intercultura. Dinamiche di conoscenza che dipendono soprattutto dal rapporto tra le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e la cultura: con la massiccia distribuzione/circolazione/fruizione di contenuti digitali attraverso gli schermi l'individuo non si rapporta più con un computer ma con una cultura codificata in forma digitale. Il quadro epistemologico si riferisce ad una pedagogia interpretativa di impianto ermeneutico in quanto riteniamo che sia la più indicata ad illustrare le problematiche legate all'intercultura senza giungere a facili generalizzazioni di gerarchie dei valori culturali. L'approccio è di tipo qualitativo in quanto mette in luce le dinamiche relazionali che sottostanno alle problematiche interculturali; di conseguenza la prospettiva sarà di tipo sistemico. Dal lavoro svolto si evince come il corretto uso delle potenzialità dei MOOCs possa determinare una loro elaborazione mirata a favorire il dialogo formativo fra le differenze culturali. Ma affinchè ciò avvenga è necessario un costante intervento delle scienze dell’educazione per evitare una deriva tecnocentrica del fenomeno e per guidare l'impiego di questi ambienti verso la ricerca di quel nuovo umanesimo di cui ha bisogno la società globalizzata e multietnica. All’interno della quale l’interculturalismo deve essere considerato come un processo vivo attraverso il quale saperi, opinioni, credenze possono riplasmarsi continuamente.File | Dimensione | Formato | |
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