Possiamo considerare il volume di cui qui si fa la prefazione suddiviso in tre parti. Una prima, introduttiva, in cui vengono presentati prima protagonisti e fonti del dibattito sulla mitologia del diciottesimo secolo, e poi gli esercizi filosofici di Hölderlin e Schelling allo Stift di Tübingen e coevo Systemprogramm. Questa ricca introduzione storica e teorica è aperta all’insegna di Herder e chiusa da tre lezioni sulla filosofia della storia di Kant, che offrono il quadro ermeneutico fondamentale all’interno del quale Moiso legge la filosofia della mitologia di Schelling. Con la seconda parte si passa invece alle riflessioni sulla mitologia dello Schelling maturo, diversamente distribuite all’interno del Sistema dell’idealismo trascendentale, della Filosofia dell’arte, delle Stuttgarter Privatvorlesungen e dei Weltalter, opere nelle quali il tema mitologico guadagna progressivamente di importanza. Tra l’esposizione del Sistema del 1801 e della Filosofia dell’arte del 1802 Moiso inserisce la trattazione della Götterlehre di Moritz, che contribuisce fortemente a riorientare la concezione schellinghiana del mito. L’apice di questa fase è rappresentato da Le Divinità di Samotracia del 1815, operetta erudita originariamente pensata come appendice ai Weltalter, dove Schelling si cimenta con il culto dei Cabiri. Infine la terza ed ultima parte del corso è dedicata all’Introduzione storico-critica alla filosofia della mitologia e, insieme, alla ricostruzione del dibattito sulla mitologia dei primi anni dell’ottocento – fondamentale la disputa tra Hermann e Creuzer – nonché alla posizione che Schelling prende nel definire il rapporto della filosofia verso della mitologia e il ruolo della mitologia nei confronti della religione.

Prefazione a: Francesco Moiso, LA FILOSOFIA DELLA MITOLOGIA DI F.W.J. SCHELLING

D'ALFONSO, Matteo Vincenzo
2014

Abstract

Possiamo considerare il volume di cui qui si fa la prefazione suddiviso in tre parti. Una prima, introduttiva, in cui vengono presentati prima protagonisti e fonti del dibattito sulla mitologia del diciottesimo secolo, e poi gli esercizi filosofici di Hölderlin e Schelling allo Stift di Tübingen e coevo Systemprogramm. Questa ricca introduzione storica e teorica è aperta all’insegna di Herder e chiusa da tre lezioni sulla filosofia della storia di Kant, che offrono il quadro ermeneutico fondamentale all’interno del quale Moiso legge la filosofia della mitologia di Schelling. Con la seconda parte si passa invece alle riflessioni sulla mitologia dello Schelling maturo, diversamente distribuite all’interno del Sistema dell’idealismo trascendentale, della Filosofia dell’arte, delle Stuttgarter Privatvorlesungen e dei Weltalter, opere nelle quali il tema mitologico guadagna progressivamente di importanza. Tra l’esposizione del Sistema del 1801 e della Filosofia dell’arte del 1802 Moiso inserisce la trattazione della Götterlehre di Moritz, che contribuisce fortemente a riorientare la concezione schellinghiana del mito. L’apice di questa fase è rappresentato da Le Divinità di Samotracia del 1815, operetta erudita originariamente pensata come appendice ai Weltalter, dove Schelling si cimenta con il culto dei Cabiri. Infine la terza ed ultima parte del corso è dedicata all’Introduzione storico-critica alla filosofia della mitologia e, insieme, alla ricostruzione del dibattito sulla mitologia dei primi anni dell’ottocento – fondamentale la disputa tra Hermann e Creuzer – nonché alla posizione che Schelling prende nel definire il rapporto della filosofia verso della mitologia e il ruolo della mitologia nei confronti della religione.
2014
9788857524887
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