L’attività di ricerca presentata in questa memoria riguarda lo studio del degrado atmosferico del monumento funerario alla memoria del fabbro Gaetano Simoli. L’opera, realizzata nel 1895 ca. dall’artista Tullo Golfarelli e collocata presso il Cimitero monumentale della Certosa di Bologna (Chiostro VII), consiste di: (i) un gruppo marmoreo raffigurante Gaetano Simoli poggiato su di un basamento, recante i ritratti dello stesso fabbro e della moglie Liberata Morini; (ii) una lapide in metallo alla quale sono parzialmente fissate diverse lettere, non del tutto integre ed anch’esse in lega metallica; (iii) una cancellata in ferro battuto che recinta l’intero perimetro del monumento funebre. I microprelievi hanno riguardato innanzitutto i prodotti di alterazione visibili su tutte le superfici in metallo, peraltro completamente esposte agli agenti atmosferici ed al biodegrado. I composti sono stati identificati sia mediante microscopia elettronica a scansione (SEM+EDS), sia attraverso spettroscopia Raman; essi sono stati quindi correlati alle condizioni di esposizione, al fine di identificare i principali fattori di corrosione. Ulteriori frammenti metallici delle dimensioni di qualche millimetro sono stati in seguito utilizzati per le indagini stratigrafiche dei prodotti di alterazione, per la caratterizzazione microstrutturale e per l’analisi della composizione chimica delle leghe impiegate per la realizzazione delle lettere che compongono la lapide e la cancellata. I risultati ottenuti hanno permesso di evidenziare che la spessa patina presente sulla superficie del cancello in ferro battuto è costituita principalmente da goethite (-FeOOH) e lepidocrocite (-FeOOH); in aggiunta, un elevato contenuto di elementi quali Si, P, S e Ca compongono il particolato riscontrato sullo strato a più diretto contatto con l’atmosfera. Dal punto di vista morfologico, la patina di corrosione è estremamente irregolare, con numerose porosità e criccature a formare una “struttura aperta”, ovvero uno strato scarsamente protettivo che un consente facile accesso alle specie chimiche aggressive. La goethite appare sotto forma di ammassi globulari, mentre la lepidocrocite è visibile in forma di sottili placchette, caratteristiche di quest’ultima tipologia di composto. Infine, alcuni punti della cancellata risultano ricoperti da un biofilm di colore verdastro, costituito da probabili Chlorophyceae (Chlorococcum sp.), vista la forma coccoide dell’aggregato. Lo studio dei frammenti delle lettere che compongono la lapide ha permesso di verificare che esse sono state realizzate in lega di rame; in particolare, si tratta di un bronzo quaternario (Cu-Sn-Zn-Pb), soggetto all’attacco di cloruri e a fenomeni di degrado che hanno provocato la formazione di ossidi e idrossicarbonati di rame, nonché di ossidi di stagno.
Analisi dello stato di degrado del monumento funerario alla memoria di Gaetano Simoli (Certosa di Bologna, 1895 ca.)
SOFFRITTI, Chiara;FABBRI, Elettra;RUSSO, Sabrina;LEIS, Marilena;GARAGNANI, Gian Luca
2016
Abstract
L’attività di ricerca presentata in questa memoria riguarda lo studio del degrado atmosferico del monumento funerario alla memoria del fabbro Gaetano Simoli. L’opera, realizzata nel 1895 ca. dall’artista Tullo Golfarelli e collocata presso il Cimitero monumentale della Certosa di Bologna (Chiostro VII), consiste di: (i) un gruppo marmoreo raffigurante Gaetano Simoli poggiato su di un basamento, recante i ritratti dello stesso fabbro e della moglie Liberata Morini; (ii) una lapide in metallo alla quale sono parzialmente fissate diverse lettere, non del tutto integre ed anch’esse in lega metallica; (iii) una cancellata in ferro battuto che recinta l’intero perimetro del monumento funebre. I microprelievi hanno riguardato innanzitutto i prodotti di alterazione visibili su tutte le superfici in metallo, peraltro completamente esposte agli agenti atmosferici ed al biodegrado. I composti sono stati identificati sia mediante microscopia elettronica a scansione (SEM+EDS), sia attraverso spettroscopia Raman; essi sono stati quindi correlati alle condizioni di esposizione, al fine di identificare i principali fattori di corrosione. Ulteriori frammenti metallici delle dimensioni di qualche millimetro sono stati in seguito utilizzati per le indagini stratigrafiche dei prodotti di alterazione, per la caratterizzazione microstrutturale e per l’analisi della composizione chimica delle leghe impiegate per la realizzazione delle lettere che compongono la lapide e la cancellata. I risultati ottenuti hanno permesso di evidenziare che la spessa patina presente sulla superficie del cancello in ferro battuto è costituita principalmente da goethite (-FeOOH) e lepidocrocite (-FeOOH); in aggiunta, un elevato contenuto di elementi quali Si, P, S e Ca compongono il particolato riscontrato sullo strato a più diretto contatto con l’atmosfera. Dal punto di vista morfologico, la patina di corrosione è estremamente irregolare, con numerose porosità e criccature a formare una “struttura aperta”, ovvero uno strato scarsamente protettivo che un consente facile accesso alle specie chimiche aggressive. La goethite appare sotto forma di ammassi globulari, mentre la lepidocrocite è visibile in forma di sottili placchette, caratteristiche di quest’ultima tipologia di composto. Infine, alcuni punti della cancellata risultano ricoperti da un biofilm di colore verdastro, costituito da probabili Chlorophyceae (Chlorococcum sp.), vista la forma coccoide dell’aggregato. Lo studio dei frammenti delle lettere che compongono la lapide ha permesso di verificare che esse sono state realizzate in lega di rame; in particolare, si tratta di un bronzo quaternario (Cu-Sn-Zn-Pb), soggetto all’attacco di cloruri e a fenomeni di degrado che hanno provocato la formazione di ossidi e idrossicarbonati di rame, nonché di ossidi di stagno.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.