Il rapporto tra città e acqua ormai da diversi decenni è al centro degli interessi di chi si occupa delle problematiche urbane. Sicuramente la stagione dei grandi progetti di riqualificazione urbana, che inizia a manifestarsi in Europa e nel mondo occidentale a partire dalla fine degli anni Settanta, ha trovato nel tema dell’acqua uno degli stimoli più forti per l’avvio di vaste operazioni di riconfigurazione urbana e di rigenerazione funzionale ed ambientale di aree abbandonate e degradate. Ma di quali situazioni si tratta? Prime fra tutte dobbiamo citare le aree portuali, industriali o infrastrutturali cresciute nell’interfaccia tra le città e l’acqua (mare e fiumi), creando degli spazi centrali segregati e preclusi alla pubblica fruizione dei cittadini. Il problema dell’interfaccia tra le città e l’acqua è divenuto pi. complesso e non si limita più solamente alla rigenerazione di spazi circoscritti seppure di notevoli dimensioni ma deve confrontarsi con le problematiche urbane, paesaggistiche e ambientali poste dalla dimensione territoriale tipica ormai dei processi di urbanizzazione. Percorrendo le aree urbane costiere troviamo oltre alle aree portuali antiche e recenti, zone industriali, spazi dedicati a impianti tecnologici, infrastrutture di trasporto, fronti residenziali, luoghi dedicati alla balneazione, relitti di paesaggio naturale e rurale. Insomma, una varietà di situazioni che giustificano l’interesse per tale problematica che si riscontra nelle strategie di rilancio delle città, nei progetti di riqualificazione urbana, nelle iniziative di valorizzazione immobiliare, nei confronti tra le diverse autorità pubbliche che si occupano della pianificazione e gestione di tali aree. Nel caso dei porti il problema da affrontare è duplice e presenta aspetti tra di loro conflittuali. Vi è da un lato l’esigenza di potenziare e migliorare il funzionamento delle attività portuali: la trasformazione dei porti in porti-container ha determinato la necessità di trovare nuovi e più ampi spazi per tali attività, allontanando le nuove aree portuali dai centri storici. Tale processo ha generato l’altro fenomeno che oggi ci troviamo a commentare ovvero la riqualificazione degli storici waterfront e la loro trasformazione in spazi urbani. Tale tema è ormai maturo e ricco di esperienze. Boston e Baltimora inaugurarono questa stagione d’interventi ed oggi siamo in grado di valutare l’impegno di numerose città alla prese con problemi di riordino della loro struttura urbana, affrontati attraverso progetti che spesso hanno riguardato i fronti marini e fluviali. Tali interventi hanno consentito a molte città (Londra, Parigi, Lione, Amburgo, Bordeaux, Bilbao, Barcellona, Genova, ecc.) di giocare anche un ruolo attivo nella sfida competitiva che connota sempre più le relazioni fra le aree urbane alla scala locale e continentale. Altro aspetto rilevante di queste operazioni è stato la ricerca di meccanismi operativi e amministrativi necessari per gestire un quadro complesso di attori pubblici e privati. Il dibatto sul rapporto tra questo tipo d’intervento e la pianificazione urbanistica ha collocato al centro dell’attenzione il tema del progetto urbano come processo in grado di orientare e promuovere una pianificazione finalizzata alla realizzazione di programmi che, pur inserendosi in strategie più generali, devono comunque misurarsi con attori molteplici, in una prospettiva temporale di medio-lungo termine.

Fiumi e coste, waterfront e corridoi. L'acqua come progetto urbano

FARINELLA, Romeo
2016

Abstract

Il rapporto tra città e acqua ormai da diversi decenni è al centro degli interessi di chi si occupa delle problematiche urbane. Sicuramente la stagione dei grandi progetti di riqualificazione urbana, che inizia a manifestarsi in Europa e nel mondo occidentale a partire dalla fine degli anni Settanta, ha trovato nel tema dell’acqua uno degli stimoli più forti per l’avvio di vaste operazioni di riconfigurazione urbana e di rigenerazione funzionale ed ambientale di aree abbandonate e degradate. Ma di quali situazioni si tratta? Prime fra tutte dobbiamo citare le aree portuali, industriali o infrastrutturali cresciute nell’interfaccia tra le città e l’acqua (mare e fiumi), creando degli spazi centrali segregati e preclusi alla pubblica fruizione dei cittadini. Il problema dell’interfaccia tra le città e l’acqua è divenuto pi. complesso e non si limita più solamente alla rigenerazione di spazi circoscritti seppure di notevoli dimensioni ma deve confrontarsi con le problematiche urbane, paesaggistiche e ambientali poste dalla dimensione territoriale tipica ormai dei processi di urbanizzazione. Percorrendo le aree urbane costiere troviamo oltre alle aree portuali antiche e recenti, zone industriali, spazi dedicati a impianti tecnologici, infrastrutture di trasporto, fronti residenziali, luoghi dedicati alla balneazione, relitti di paesaggio naturale e rurale. Insomma, una varietà di situazioni che giustificano l’interesse per tale problematica che si riscontra nelle strategie di rilancio delle città, nei progetti di riqualificazione urbana, nelle iniziative di valorizzazione immobiliare, nei confronti tra le diverse autorità pubbliche che si occupano della pianificazione e gestione di tali aree. Nel caso dei porti il problema da affrontare è duplice e presenta aspetti tra di loro conflittuali. Vi è da un lato l’esigenza di potenziare e migliorare il funzionamento delle attività portuali: la trasformazione dei porti in porti-container ha determinato la necessità di trovare nuovi e più ampi spazi per tali attività, allontanando le nuove aree portuali dai centri storici. Tale processo ha generato l’altro fenomeno che oggi ci troviamo a commentare ovvero la riqualificazione degli storici waterfront e la loro trasformazione in spazi urbani. Tale tema è ormai maturo e ricco di esperienze. Boston e Baltimora inaugurarono questa stagione d’interventi ed oggi siamo in grado di valutare l’impegno di numerose città alla prese con problemi di riordino della loro struttura urbana, affrontati attraverso progetti che spesso hanno riguardato i fronti marini e fluviali. Tali interventi hanno consentito a molte città (Londra, Parigi, Lione, Amburgo, Bordeaux, Bilbao, Barcellona, Genova, ecc.) di giocare anche un ruolo attivo nella sfida competitiva che connota sempre più le relazioni fra le aree urbane alla scala locale e continentale. Altro aspetto rilevante di queste operazioni è stato la ricerca di meccanismi operativi e amministrativi necessari per gestire un quadro complesso di attori pubblici e privati. Il dibatto sul rapporto tra questo tipo d’intervento e la pianificazione urbanistica ha collocato al centro dell’attenzione il tema del progetto urbano come processo in grado di orientare e promuovere una pianificazione finalizzata alla realizzazione di programmi che, pur inserendosi in strategie più generali, devono comunque misurarsi con attori molteplici, in una prospettiva temporale di medio-lungo termine.
2016
978-84-9717-416-9
Rigenerazione urbana, Città d'acqua, Progetto urbano, Urbanistica, Paesaggio.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11392/2349364
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact