Nel Corso di Laurea magistrale a ciclo unico in Architettura dell’Università di Ferrara, a partire dall’a.a. 2012-13, è stata avviata la sperimentazione di una diversa organizzazione dei Laboratori di Sintesi finale. Tali Laboratori didattici, già precedentemente incardinati a conclusione del percorso formativo quinquennale, si intende siano il luogo nel quale gli studenti al quinto anno, non oltre 30 per Laboratorio, elaborano la tesi di laurea in due fasi: una prima lavorando su una tematica caratterizzante il Laboratorio (primo semestre), una seconda di approfondimento e di sviluppo individuale (secondo semestre), a seguito dell’approvazione dell’oggetto di tesi da parte dei relatori (individuati tra i docenti del Laboratorio) e del Consiglio di Corso di Laurea. I 5 Laboratori sono costituiti ognuno da una disciplina caratterizzante (composizione architettonica e urbana, restauro architettonico, tecnologia dell’architettura, urbanistica, architettura del paesaggio), e da 4 moduli didattici di altre aree disciplinari, tutti di tipologia D, finalizzati a garantire il carattere interdisciplinare del Laboratorio, oltre all’elaborazione della tesi (crediti di tipo E) e allo svolgimento di attività pratiche formative (tipo F), per un totale di 30 cfu. Le tematiche dei Laboratori sono correlate a filoni di ricerca dipartimentale a cui afferiscono i docenti delle discipline caratterizzanti e i docenti dei moduli: rigenerazione delle aree produttive dismesse, restauro dell’architettura del Novecento, progettazione tecnologica dell’architettura, spazi del pubblico e sviluppo sostenibile, architettura del paesaggio e delle infrastrutture. Questa relazione tra didattica per la tesi di laurea e ricerca dipartimentale a volte tende a innescare possibili circuiti virtuosi tra didattica e ricerca, sia attraverso la verifica didattica di metodologie di indagine e progetto già sperimentate in sede di ricerca applicata, sia di converso tramite lo svolgimento di attività di ricerca per casi già affrontati progettualmente a livello sperimentale in sede di tesi di laurea. Tali circuiti virtuosi estendono i profili in uscita, integrando gli sbocchi professionali dei laureati con possibili collaborazioni ad attività di ricerca da parte degli studenti più meritevoli e motivati a seguito del conseguimento del titolo di studio, anche tramite la frequenza di corsi di dottorato. L’articolazione dei Laboratori tende inoltre a favorire diverse possibilità di proseguimento del percorso formativo, all’interno di master professionalizzanti e scuole di specializzazione. Alla luce del breve periodo di sperimentazione, i limiti e i margini di miglioramento di questo modello formativo sono prevalentemente costituiti dalle seguenti necessità: mantenere una distinzione tra attività di ricerca e didattica, al fine di evitare possibili elementi di criticità nei rapporti con gli ordini professionali; superare i problemi connessi ai debiti didattici pregressi che inducono molti studenti a prolungare oltre l’anno di frequenza del Laboratorio l’elaborazione della tesi di laurea, facendo venire meno uno degli obiettivi del modello formativo; favorire la più ampia partecipazione degli studenti a programmi di studio all’estero, anche al quarto e al quinto anno di corso, attraverso la convalida dei crediti acquisiti e la possibile applicazione di tematiche di tesi a casi studio di livello internazionale.
Didattica per la tesi di laurea, ricerca universitaria e formazione post-laurea: criteri per un dialogo potenzialmente virtuoso
MASSARENTE, Alessandro
2015
Abstract
Nel Corso di Laurea magistrale a ciclo unico in Architettura dell’Università di Ferrara, a partire dall’a.a. 2012-13, è stata avviata la sperimentazione di una diversa organizzazione dei Laboratori di Sintesi finale. Tali Laboratori didattici, già precedentemente incardinati a conclusione del percorso formativo quinquennale, si intende siano il luogo nel quale gli studenti al quinto anno, non oltre 30 per Laboratorio, elaborano la tesi di laurea in due fasi: una prima lavorando su una tematica caratterizzante il Laboratorio (primo semestre), una seconda di approfondimento e di sviluppo individuale (secondo semestre), a seguito dell’approvazione dell’oggetto di tesi da parte dei relatori (individuati tra i docenti del Laboratorio) e del Consiglio di Corso di Laurea. I 5 Laboratori sono costituiti ognuno da una disciplina caratterizzante (composizione architettonica e urbana, restauro architettonico, tecnologia dell’architettura, urbanistica, architettura del paesaggio), e da 4 moduli didattici di altre aree disciplinari, tutti di tipologia D, finalizzati a garantire il carattere interdisciplinare del Laboratorio, oltre all’elaborazione della tesi (crediti di tipo E) e allo svolgimento di attività pratiche formative (tipo F), per un totale di 30 cfu. Le tematiche dei Laboratori sono correlate a filoni di ricerca dipartimentale a cui afferiscono i docenti delle discipline caratterizzanti e i docenti dei moduli: rigenerazione delle aree produttive dismesse, restauro dell’architettura del Novecento, progettazione tecnologica dell’architettura, spazi del pubblico e sviluppo sostenibile, architettura del paesaggio e delle infrastrutture. Questa relazione tra didattica per la tesi di laurea e ricerca dipartimentale a volte tende a innescare possibili circuiti virtuosi tra didattica e ricerca, sia attraverso la verifica didattica di metodologie di indagine e progetto già sperimentate in sede di ricerca applicata, sia di converso tramite lo svolgimento di attività di ricerca per casi già affrontati progettualmente a livello sperimentale in sede di tesi di laurea. Tali circuiti virtuosi estendono i profili in uscita, integrando gli sbocchi professionali dei laureati con possibili collaborazioni ad attività di ricerca da parte degli studenti più meritevoli e motivati a seguito del conseguimento del titolo di studio, anche tramite la frequenza di corsi di dottorato. L’articolazione dei Laboratori tende inoltre a favorire diverse possibilità di proseguimento del percorso formativo, all’interno di master professionalizzanti e scuole di specializzazione. Alla luce del breve periodo di sperimentazione, i limiti e i margini di miglioramento di questo modello formativo sono prevalentemente costituiti dalle seguenti necessità: mantenere una distinzione tra attività di ricerca e didattica, al fine di evitare possibili elementi di criticità nei rapporti con gli ordini professionali; superare i problemi connessi ai debiti didattici pregressi che inducono molti studenti a prolungare oltre l’anno di frequenza del Laboratorio l’elaborazione della tesi di laurea, facendo venire meno uno degli obiettivi del modello formativo; favorire la più ampia partecipazione degli studenti a programmi di studio all’estero, anche al quarto e al quinto anno di corso, attraverso la convalida dei crediti acquisiti e la possibile applicazione di tematiche di tesi a casi studio di livello internazionale.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.