Gli studi sulla forma urbana in Italia, condotti da architetti, sono stati condizionati da un fondamento epistemologico basato sulla priorità della Forma quale principio di autonomia disciplinare. In tal modo si intendevano tradurre le istanze contenute nello Strutturalismo, di matrice linguistica e antropologica, nel tentativo di conferire uno statuto scientifico alla nascente disciplina della Morfologia Urbana e della Tipologia Edilizia. Per quanto gustificato da motivazioni legittime, di prevalente ordine politico e culturale- implicanti il superamento della distinzione tra aspetti strutturali e sovrastruturali propria del Materialismo- questa scelta nei fatti ha prodotto una emarginazione della disciplina stessa nel quadro della “rappresentazione”, privandola di una concreta possibilità di concorrere a quel cambiamento della realtà civile, storicamente mutevole, che ne aveva costituito l’originaria rivendicazione. Neo-Idealismo e Razionalismo ne sono così venute a costituire le interpretazioni di maggior successo. Una profonda revisione di tale approccio non può che nascere da un ripensamento del ruolo della intenzionalità del progetto, non a caso allora strumentalmente adombrato, e, simmetricamente, del ruolo degli agenti della trasformazioni o attori del cambiamento.
Modernism against History: Understanding Building Typology and Urban Morphology among Italian Architects in the Twentieth Century
MARZOT, Nicola
2014
Abstract
Gli studi sulla forma urbana in Italia, condotti da architetti, sono stati condizionati da un fondamento epistemologico basato sulla priorità della Forma quale principio di autonomia disciplinare. In tal modo si intendevano tradurre le istanze contenute nello Strutturalismo, di matrice linguistica e antropologica, nel tentativo di conferire uno statuto scientifico alla nascente disciplina della Morfologia Urbana e della Tipologia Edilizia. Per quanto gustificato da motivazioni legittime, di prevalente ordine politico e culturale- implicanti il superamento della distinzione tra aspetti strutturali e sovrastruturali propria del Materialismo- questa scelta nei fatti ha prodotto una emarginazione della disciplina stessa nel quadro della “rappresentazione”, privandola di una concreta possibilità di concorrere a quel cambiamento della realtà civile, storicamente mutevole, che ne aveva costituito l’originaria rivendicazione. Neo-Idealismo e Razionalismo ne sono così venute a costituire le interpretazioni di maggior successo. Una profonda revisione di tale approccio non può che nascere da un ripensamento del ruolo della intenzionalità del progetto, non a caso allora strumentalmente adombrato, e, simmetricamente, del ruolo degli agenti della trasformazioni o attori del cambiamento.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.