Obiettivo dell’apertura del piccolo scavo estensivo è stato quello di meglio evidenziare, aprendo una superficie sufficientemente ampia, la situazione stratigrafica della zona ubicata sul lato Ovest della “grande quercia”, al centro del cosiddetto Bosco dei Fontanassi. In questa zona, uno dei sondaggi effettuati nel 2014 (n. 39) aveva mostrato la presenza, sotto la lettiera organica di un livello ricco di manufatti litici (US 6) che copriva lo strato originatosi durante l’Ultimo Massimo Glaciale (US 8). L’area è stata indagata tramite l’apertura di uno scavo estensivo di 4 m2, suddividendo la superficie in base ad una quadrettatura di 50 cm di lato. Sono state realizzate le planimetrie e i piani quotati di tutti gli strati incontrati, nonché le sezioni ad intervalli di un metro. Si è, inoltre, posizionato spazialmente ogni singolo reperto visibile ad occhio nudo in fase di scavo tramite l’utilizzo di una stazione totale. Il sedimento raccolto per singoli quadrati è stato integralmente setacciato a secco per recuperare tutti i reperti più piccoli. La sequenza messa in luce conferma quelle rilevate nel saggio 39 del 2014 e si compone di tre Unità Stratigrafiche: US 5, orizzonte organico di colore grigiastro e consistenza friabile, ricco di macroresti vegetali a vario grado di decomposizione, che corrisponde allo strato superficiale; US 6, orizzonte franco-limoso arricchito in sostanza organica, con scheletro abbondante di ciottoletti e concrezioni calcaree; US 8, livello limo-argilloso, inglobante una frazione più grossolana della taglia della sabbia fine, caratterizzato da colorazione grigio-giallastra e dalla presenza di calcinelli, databile all’Ultimo Massimo Glaciale. Complessivamente, le operazioni effettuate hanno permesso di recuperare 262 manufatti litici durante lo scavo e 247 durante la setacciatura. Ad una prima analisi, gli elementi diagnostici consentono di confermare l’attribuzione della frequentazione del sito al Mesolitico, più precisamente alla fase recente (Castelnoviano). Si tratta del primo deposito riferito a questo periodo della pianura veneta a essere esplorato in modo stratigrafico ed estensivo, per quanto ancora su una superficie limitata.
Sorgenti del Sile - Bosco dei Fontanassi (Piombino Dese, PD)
FONTANA, Federica
2015
Abstract
Obiettivo dell’apertura del piccolo scavo estensivo è stato quello di meglio evidenziare, aprendo una superficie sufficientemente ampia, la situazione stratigrafica della zona ubicata sul lato Ovest della “grande quercia”, al centro del cosiddetto Bosco dei Fontanassi. In questa zona, uno dei sondaggi effettuati nel 2014 (n. 39) aveva mostrato la presenza, sotto la lettiera organica di un livello ricco di manufatti litici (US 6) che copriva lo strato originatosi durante l’Ultimo Massimo Glaciale (US 8). L’area è stata indagata tramite l’apertura di uno scavo estensivo di 4 m2, suddividendo la superficie in base ad una quadrettatura di 50 cm di lato. Sono state realizzate le planimetrie e i piani quotati di tutti gli strati incontrati, nonché le sezioni ad intervalli di un metro. Si è, inoltre, posizionato spazialmente ogni singolo reperto visibile ad occhio nudo in fase di scavo tramite l’utilizzo di una stazione totale. Il sedimento raccolto per singoli quadrati è stato integralmente setacciato a secco per recuperare tutti i reperti più piccoli. La sequenza messa in luce conferma quelle rilevate nel saggio 39 del 2014 e si compone di tre Unità Stratigrafiche: US 5, orizzonte organico di colore grigiastro e consistenza friabile, ricco di macroresti vegetali a vario grado di decomposizione, che corrisponde allo strato superficiale; US 6, orizzonte franco-limoso arricchito in sostanza organica, con scheletro abbondante di ciottoletti e concrezioni calcaree; US 8, livello limo-argilloso, inglobante una frazione più grossolana della taglia della sabbia fine, caratterizzato da colorazione grigio-giallastra e dalla presenza di calcinelli, databile all’Ultimo Massimo Glaciale. Complessivamente, le operazioni effettuate hanno permesso di recuperare 262 manufatti litici durante lo scavo e 247 durante la setacciatura. Ad una prima analisi, gli elementi diagnostici consentono di confermare l’attribuzione della frequentazione del sito al Mesolitico, più precisamente alla fase recente (Castelnoviano). Si tratta del primo deposito riferito a questo periodo della pianura veneta a essere esplorato in modo stratigrafico ed estensivo, per quanto ancora su una superficie limitata.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.