Negozi, l’architetto nello spazio della merce, è un’indagine storica che analizza ed illustrara i progetti di piccoli spazi commerciali realizzati da una serie di architetti e designer nel corso del Novecento: da Adolf Loos a Rem Koolhaas. Dopo un’introduzione che ripercorre i punti chiave dell’analisi di Walter Benjamin sui Passages, il saggio costruisce un percorso storico che intreccia le vicende del Moderno tra anni ’10 e anni ’50 (Loos, Mendelsohn, Rietveld, Le Corbusier, Wright) con le esperienze italiane degli anni ’30 (Nizzoli, Persico, Albini) e la costruzione dell’identità visiva di Olivetti attraverso i negozi (Schawinky, BBPR, Scarpa). L’analisi storica si dedica poi alle influenze del pop e del radical design degli anni ’60 e ’70 e ‘80 fino alle sperimentazioni dei designer come Kuramata e Powson o architetti come Chipperfield e Koolhaas per i marchi della moda negli anni ’90 e 2000. Presi in esame come micro-architetture espositive, questi spazi sono studiati nella monografia da tre punti di vista: come dispositivi ostensivi alla scala dell’oggetto, come strumenti comunicativi parte del sistema comunicativo della marca, come manifesto di un’idea sperimentale di progetto.
Negozi, l’architetto nello spazio della merce
SCODELLER, Dario
2007
Abstract
Negozi, l’architetto nello spazio della merce, è un’indagine storica che analizza ed illustrara i progetti di piccoli spazi commerciali realizzati da una serie di architetti e designer nel corso del Novecento: da Adolf Loos a Rem Koolhaas. Dopo un’introduzione che ripercorre i punti chiave dell’analisi di Walter Benjamin sui Passages, il saggio costruisce un percorso storico che intreccia le vicende del Moderno tra anni ’10 e anni ’50 (Loos, Mendelsohn, Rietveld, Le Corbusier, Wright) con le esperienze italiane degli anni ’30 (Nizzoli, Persico, Albini) e la costruzione dell’identità visiva di Olivetti attraverso i negozi (Schawinky, BBPR, Scarpa). L’analisi storica si dedica poi alle influenze del pop e del radical design degli anni ’60 e ’70 e ‘80 fino alle sperimentazioni dei designer come Kuramata e Powson o architetti come Chipperfield e Koolhaas per i marchi della moda negli anni ’90 e 2000. Presi in esame come micro-architetture espositive, questi spazi sono studiati nella monografia da tre punti di vista: come dispositivi ostensivi alla scala dell’oggetto, come strumenti comunicativi parte del sistema comunicativo della marca, come manifesto di un’idea sperimentale di progetto.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.