La fascia costiera del Ferrarese è stata oggetto delle ultime fasi del progetto nazionale di cartografia geologica -CARG. L’attuale sospensione del progetto ha lasciato priva di copertura un’ampia fascia di territorio a cavallo dell’attuale corso del Po, estesa fra Guastalla (RE) e Jolanda di Savoia (FE). Tale area, in buona parte colpita dalla sequenza sismica del 2012, è soggetta ad elevato rischio da esondazione fluviale ed a problematiche legate alla presenza di diversi siti contaminati. A fronte delle urgenze legate alla mitigazione di tali rischi e alla definizione di una microzonazione sismica appare ancora più grave la carenza di conoscenze geologico-stratigrafiche sull’area. Nell’impossibilità finanziaria di svolgere nuove indagini, lo studio del sottosuolo deve necessariamente basarsi sulla raccolta sistematica e l’accurata analisi delle diverse migliaia di prove penetrometriche e sondaggi geognostici esistenti. Tali prove presentano una forte eterogeneità tipologica, qualitativa e di distribuzione geografica che ne rende complessa la sintesi e l’interpretazione geologica. È stata quindi messa a punto una metodologia innovativa capace di integrare metodiche di interpretazione stratigrafico-sequenziale con tecniche di interpolazione geostatistica automatizzate, in grado di produrre un modello tridimensionale dell’architettura deposizionale tardoquaternaria. È stato prodotto un primo schema di correlazione unitario, esteso dalle aree di pianura alluvionale a quelle del Delta del Po, che ha evidenziato la forte influenza delle deformazioni tettoniche sindeposizionali sull’architettura stratigrafica di questa porzione dell’avanfossa in attiva deformazione compressiva. Le successioni di stazionamento basso coeve all’ultima glaciazione sono caratterizzate da estesi corpi di sabbie grossolane deposti da fiumi a treccia lungo l’attuale asse padano e poi largamente nell’attuale Adriatico Settentrionale, mentre verso sud passano a successioni prevalentemente limose di provenienza appenninica. La rapida deglaciazione alpina è associata ad un’ampia lacuna nell’area padanoveneta, legata allo sviluppo di una vasta superficie terrazzata, affiorante solo a nord dell’attuale Po. I sistemi trasgressivi e di stazionamento alto presentano spessori complessivi variabili, da pochi metri in corrispondenza delle creste delle anticlinali a circa 40 m in aree di sinclinale. In aree costiere il sistema trasgressivo è caratterizzato da repentine fasi di arretramento della linea di costa, mentre in aree meridionali ad alimentazione appenninica si sono accumulate spesse successioni continentali. La massima trasgressione ha provocato l’arretramento della linea di costa anche a oltre 25 km a ovest rispetto a quella attuale, mentre in aree continentali è avvenuta la deposizione di un esteso livello di fanghi organici. Lo stazionamento alto ha visto la progradazione di parecchie generazioni di lobi deltizi, con una migrazione laterale delle foci del Po di oltre 90 km.
Architettura stratigrafica ed evoluzione deposizionale tardo-quaternaria nella Pianura Ferrarese e nel Delta del Po.
MINARELLI, Luca;STEFANI, Marco;MANTOVANI, Ambra
2013
Abstract
La fascia costiera del Ferrarese è stata oggetto delle ultime fasi del progetto nazionale di cartografia geologica -CARG. L’attuale sospensione del progetto ha lasciato priva di copertura un’ampia fascia di territorio a cavallo dell’attuale corso del Po, estesa fra Guastalla (RE) e Jolanda di Savoia (FE). Tale area, in buona parte colpita dalla sequenza sismica del 2012, è soggetta ad elevato rischio da esondazione fluviale ed a problematiche legate alla presenza di diversi siti contaminati. A fronte delle urgenze legate alla mitigazione di tali rischi e alla definizione di una microzonazione sismica appare ancora più grave la carenza di conoscenze geologico-stratigrafiche sull’area. Nell’impossibilità finanziaria di svolgere nuove indagini, lo studio del sottosuolo deve necessariamente basarsi sulla raccolta sistematica e l’accurata analisi delle diverse migliaia di prove penetrometriche e sondaggi geognostici esistenti. Tali prove presentano una forte eterogeneità tipologica, qualitativa e di distribuzione geografica che ne rende complessa la sintesi e l’interpretazione geologica. È stata quindi messa a punto una metodologia innovativa capace di integrare metodiche di interpretazione stratigrafico-sequenziale con tecniche di interpolazione geostatistica automatizzate, in grado di produrre un modello tridimensionale dell’architettura deposizionale tardoquaternaria. È stato prodotto un primo schema di correlazione unitario, esteso dalle aree di pianura alluvionale a quelle del Delta del Po, che ha evidenziato la forte influenza delle deformazioni tettoniche sindeposizionali sull’architettura stratigrafica di questa porzione dell’avanfossa in attiva deformazione compressiva. Le successioni di stazionamento basso coeve all’ultima glaciazione sono caratterizzate da estesi corpi di sabbie grossolane deposti da fiumi a treccia lungo l’attuale asse padano e poi largamente nell’attuale Adriatico Settentrionale, mentre verso sud passano a successioni prevalentemente limose di provenienza appenninica. La rapida deglaciazione alpina è associata ad un’ampia lacuna nell’area padanoveneta, legata allo sviluppo di una vasta superficie terrazzata, affiorante solo a nord dell’attuale Po. I sistemi trasgressivi e di stazionamento alto presentano spessori complessivi variabili, da pochi metri in corrispondenza delle creste delle anticlinali a circa 40 m in aree di sinclinale. In aree costiere il sistema trasgressivo è caratterizzato da repentine fasi di arretramento della linea di costa, mentre in aree meridionali ad alimentazione appenninica si sono accumulate spesse successioni continentali. La massima trasgressione ha provocato l’arretramento della linea di costa anche a oltre 25 km a ovest rispetto a quella attuale, mentre in aree continentali è avvenuta la deposizione di un esteso livello di fanghi organici. Lo stazionamento alto ha visto la progradazione di parecchie generazioni di lobi deltizi, con una migrazione laterale delle foci del Po di oltre 90 km.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.