Nel settore dei materiali da costruzione è sempre più vivo l’interesse per materiali alternativi al cemento Portland (ordinary Portland cement, OPC), la cui produzione ha un forte impatto ambientale, soprattutto a causa delle elevate emissioni di anidride carbonica. E’ noto, infatti, che la produzione di una tonnellata di clinker contribuisca all’emissione di quasi una tonnellata di CO2 [1]. I materiali da attivazione alcalina e/o geopolimeri sembrano particolarmente promettenti per la produzione di nuovi leganti a basso impatto ambientale. I geopolimeri possono essere realizzati impiegando materiali di riciclo, come ad esempio ceneri volanti e/o scorie d’altoforno [2], evitando così l’utilizzo di materie prime naturali non rinnovabili. In questi ultimi anni la ricerca sui geopolimeri si è focalizzata sui meccanismi di indurimento, tuttavia gli aspetti legati alla loro durabilità sono stati studiati solo marginalmente [3-4]. In particolare, poiché la corrosione delle armature costituisce una delle principali cause di danneggiamento delle strutture in calcestruzzo armato, risulta di fondamentale importanza studiarne il comportamento anche quando la malta o il conglomerato sono realizzati in geopolimero. In questo lavoro si riporta il comportamento alla corrosione di barre di armatura inserite all’interno di malte geopolimeriche a base di ceneri volanti, esposte ad ambiente a salinità prossima a quella marina. Le malte geopolimeriche sono state preparate utilizzando diversi rapporti molari Na2O/SiO2 e, per confronto, è stata confezionata anche una malta cementizia tradizionale. Attraverso lo studio dei parametri chimici, fisici e microstrutturali delle malte (% di cloruri, pH, porosità) e mediante analisi elettrochimiche per monitorare l’innesco di fenomeni corrosivi, sono state evidenziate le principali differenze che intervengono tra i materiali a base cementizia e geopolimerica.
Geopolimeri e corrosione: uno studio preliminare
MONTICELLI, Cecilia;BALBO, Andrea;ZANOTTO, Federica
2014
Abstract
Nel settore dei materiali da costruzione è sempre più vivo l’interesse per materiali alternativi al cemento Portland (ordinary Portland cement, OPC), la cui produzione ha un forte impatto ambientale, soprattutto a causa delle elevate emissioni di anidride carbonica. E’ noto, infatti, che la produzione di una tonnellata di clinker contribuisca all’emissione di quasi una tonnellata di CO2 [1]. I materiali da attivazione alcalina e/o geopolimeri sembrano particolarmente promettenti per la produzione di nuovi leganti a basso impatto ambientale. I geopolimeri possono essere realizzati impiegando materiali di riciclo, come ad esempio ceneri volanti e/o scorie d’altoforno [2], evitando così l’utilizzo di materie prime naturali non rinnovabili. In questi ultimi anni la ricerca sui geopolimeri si è focalizzata sui meccanismi di indurimento, tuttavia gli aspetti legati alla loro durabilità sono stati studiati solo marginalmente [3-4]. In particolare, poiché la corrosione delle armature costituisce una delle principali cause di danneggiamento delle strutture in calcestruzzo armato, risulta di fondamentale importanza studiarne il comportamento anche quando la malta o il conglomerato sono realizzati in geopolimero. In questo lavoro si riporta il comportamento alla corrosione di barre di armatura inserite all’interno di malte geopolimeriche a base di ceneri volanti, esposte ad ambiente a salinità prossima a quella marina. Le malte geopolimeriche sono state preparate utilizzando diversi rapporti molari Na2O/SiO2 e, per confronto, è stata confezionata anche una malta cementizia tradizionale. Attraverso lo studio dei parametri chimici, fisici e microstrutturali delle malte (% di cloruri, pH, porosità) e mediante analisi elettrochimiche per monitorare l’innesco di fenomeni corrosivi, sono state evidenziate le principali differenze che intervengono tra i materiali a base cementizia e geopolimerica.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.