Il complesso conventuale di Sant’Agostino e San Pietro all’Orto occupa una consistente fetta del tessuto urbano di Città Nuova, a ridosso della cinta muraria eretta negli anni Trenta del XIII secolo a difesa dell’espansione urbana nel settore di Certopiano. L’articolato sistema architettonico è formato dalla chiesa di San Pietro all’Orto, dalla chiesa di Sant’Agostino ad essa perpendicolare, dal chiostro realizzato tra le due costruzioni e da due edifici ortogonali tra loro che costituivano l’antico convento. La chiesa di San Pietro all’Orto, costruita nel 1197 (o 1257, cfr. Cronologia) lungo un asse viario orientato est-ovest uscente dal castello di Monteregio, fu il primo edificio del complesso conventuale ad essere realizzato e, fin dalla sua fondazione, rivestì la funzione di sede parrocchiale di Città Nuova. Ampliata dai Romitani Agostiniani a cui venne ceduta nel secolo successivo, in seguito alla costruzione della vicina chiesa di Sant’Agostino perse parte delle sue funzioni, trasferite nella nuova chiesa ben più ampia e capiente. L’edificio, a pianta rettangolare, presentava originariamente un’abside a scarsella, successivamente incorporata nei fabbricati del convento di Sant’Agostino; della costruzione iniziale sono ancora riconoscibili alcune tracce sulla parete settentrionale del chiostro, sebbene quest’ultima risulti notevolmente rimaneggiata. La chiesa di Sant’Agostino, i cui lavori di costruzione si sono protratti per oltre un secolo, è stata realizzata nel XIV secolo ad opera degli Agostiniani ortogonalmente alla preesistente chiesa di San Pietro all’Orto. La navata unica, oggi caratterizzata da una sequenza di arconi a sesto acuto posti a sostegno del tetto originale, si conclude in un’abside semiottagonale, opera trecentesca attribuita a Domenico di Agostino, ed ospita, in prossimità dell’altare maggiore, due cappelle laterali intitolate a Santa Lucia ed alla Vergine di Pompei. I finestroni a sesto acuto che caratterizzano la facciata in travertino si ripetono lungo le pareti laterali, ripartiti da esili colonnine e regolati da una particolare disposizione secondo cui la loro distanza reciproca aumenta gradualmente in funzione della distanza dal portale d’ingresso. Pesantemente danneggiata dal terremoto e dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, è stata oggetto di una sostanziale opera di ricostruzione e ristrutturazione terminata nel 1998. Il chiostro, costruito all’inizio del XV secolo nell’area rimasta libera tra le due chiese, trovò una forte connotazione nella particolare posizione in cui venne realizzato. Collocato infatti proprio a ridosso delle mura civiche, con due lati coincidenti con le pareti laterali dei preesistenti edifici religiosi, presenta un evidente taglio trasversale in corrispondenza di uno degli angoli. Completamente distrutto durante la seconda guerra mondiale, fu oggetto di una parziale ricostruzione - senza alcun intento “filologico” - negli anni Sessanta.
Il complesso conventuale di S. Agostino
LAVORATTI, GAIA
2009
Abstract
Il complesso conventuale di Sant’Agostino e San Pietro all’Orto occupa una consistente fetta del tessuto urbano di Città Nuova, a ridosso della cinta muraria eretta negli anni Trenta del XIII secolo a difesa dell’espansione urbana nel settore di Certopiano. L’articolato sistema architettonico è formato dalla chiesa di San Pietro all’Orto, dalla chiesa di Sant’Agostino ad essa perpendicolare, dal chiostro realizzato tra le due costruzioni e da due edifici ortogonali tra loro che costituivano l’antico convento. La chiesa di San Pietro all’Orto, costruita nel 1197 (o 1257, cfr. Cronologia) lungo un asse viario orientato est-ovest uscente dal castello di Monteregio, fu il primo edificio del complesso conventuale ad essere realizzato e, fin dalla sua fondazione, rivestì la funzione di sede parrocchiale di Città Nuova. Ampliata dai Romitani Agostiniani a cui venne ceduta nel secolo successivo, in seguito alla costruzione della vicina chiesa di Sant’Agostino perse parte delle sue funzioni, trasferite nella nuova chiesa ben più ampia e capiente. L’edificio, a pianta rettangolare, presentava originariamente un’abside a scarsella, successivamente incorporata nei fabbricati del convento di Sant’Agostino; della costruzione iniziale sono ancora riconoscibili alcune tracce sulla parete settentrionale del chiostro, sebbene quest’ultima risulti notevolmente rimaneggiata. La chiesa di Sant’Agostino, i cui lavori di costruzione si sono protratti per oltre un secolo, è stata realizzata nel XIV secolo ad opera degli Agostiniani ortogonalmente alla preesistente chiesa di San Pietro all’Orto. La navata unica, oggi caratterizzata da una sequenza di arconi a sesto acuto posti a sostegno del tetto originale, si conclude in un’abside semiottagonale, opera trecentesca attribuita a Domenico di Agostino, ed ospita, in prossimità dell’altare maggiore, due cappelle laterali intitolate a Santa Lucia ed alla Vergine di Pompei. I finestroni a sesto acuto che caratterizzano la facciata in travertino si ripetono lungo le pareti laterali, ripartiti da esili colonnine e regolati da una particolare disposizione secondo cui la loro distanza reciproca aumenta gradualmente in funzione della distanza dal portale d’ingresso. Pesantemente danneggiata dal terremoto e dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, è stata oggetto di una sostanziale opera di ricostruzione e ristrutturazione terminata nel 1998. Il chiostro, costruito all’inizio del XV secolo nell’area rimasta libera tra le due chiese, trovò una forte connotazione nella particolare posizione in cui venne realizzato. Collocato infatti proprio a ridosso delle mura civiche, con due lati coincidenti con le pareti laterali dei preesistenti edifici religiosi, presenta un evidente taglio trasversale in corrispondenza di uno degli angoli. Completamente distrutto durante la seconda guerra mondiale, fu oggetto di una parziale ricostruzione - senza alcun intento “filologico” - negli anni Sessanta.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.