Un luogo naturale ha un carattere molto diverso da quello di un’architettura. I due spazi, quello edificato e quello costituito da elementi vegetali in continuo cambiamento, sono in stretta relazione qualora quest’ultimo sia di pertinenza dell’architettura. Nel processo di rilievo tale rapporto deve essere considerato attentamente sovrapponendo un “ordine” superiore ai due diversi metodi di approccio per l’acquisizione dei dati conoscitivi. In uno spazio naturale, proprio per le sue intrinseche caratteristiche di mutevolezza, la definizione di un punto inequivocabilmente riconoscibile diventa molto difficile e avviene nel momento in cui vengono posizionati appositi segni artificiali inamovibili nel tempo (quali chiodi o picchetti) o ci sia il supporto di apparati decorativi e strutturali “costruiti”. Ci affidiamo quindi a un’accurata progettazione della prova di rilevamento per ottenere dati gestibili secondo un procedimento di rilievo possibile e coerente in cui i risultati possano essere verificabili, integrabili e forniscano una documentazione di uno stato di fatto al contempo oggettivo nelle linee strutturali e soggettivo del momento contingente delle operazioni di rilievo e del disegno degli aspetti stagionali della vita vegetativa del luogo naturale. Le sezioni e gli elementi “costruiti” (linee di partizione dello spazio, alberi, gradini, porzioni di muro, punti d’acqua, verzure) diventano fondamentali: l’andamento del terreno e i punti di riferimento del “costruito” sono misurati topograficamente con la stazione totale a cui segue una necessaria integrazione di rilievo tradizionale a mano delle singole emergenze: i particolari costruttivi e tecnologici del verde insieme al posizionamento della vegetazione ne costituiscono l’ossatura strutturale. Questi aspetti sono profondamente dipendenti dalla posizione del luogo in esame nel contesto ambientale formato dall’andamento del terreno, dall’orientamento e dal rapporto con un’architettura per la quale gli viene riconosciuta una determinata funzione. Sulla griglia strutturale si inseriscono gli eventuali apparati decorativi singolarmente circoscrivibili all’interno di un sistema generale funzionale, estetico e, in alcuni casi, anche edonistico. La restituzione segue lo stesso procedimento con difficoltà rappresentativa ogni volta diversa e commisurata al singolo luogo e alla finalità del lavoro di rilievo. La base dei dati è presentata dal rilievo topografico che fornisce un file di punti in 3D rappresentanti l’andamento altimetrico del terreno e i punti notevoli del “costruito”. È quindi possibile costruire un modello tridimensionale del terreno su cui posa l’intero insieme di elementi dello spazio naturale. La rappresentazione tridimensionale è utile sia per comprendere appieno l’oggetto – soprattutto se di dimensioni ragguardevoli – sia come partenza per una corretta rappresentazione bidimensionale di aspetti naturalistici altrimenti difficilmente individuabili. Gli aspetti architettonici e vegetali più imponenti sono così “fermati” e diventano il riferimento per analizzare gli inevitabili cambiamenti nel tempo della parte vegetativa. La metodologia tradizionale secondo cui si sovrappone allo spazio aperto da rilevare una griglia regolare come rete di appoggio per il posizionamento di punti all’interno di ogni singola quadrettatura può essere applicato anche oggi con la tecnologia sofisticata del GPS. Seguono due esempi di rilievo di un luogo naturale alberato diversi per funzione dell’architettura a cui sono di pertinenza e per finalità del rilievo stesso: il primo è un rilievo di conoscenza per il progetto di nuova destinazione d’uso, in secondo è un rilievo come strumento di premessa a un progetto di restauro.
La struttura morfologica dello spazio verde
Velo, Uliva
2007
Abstract
Un luogo naturale ha un carattere molto diverso da quello di un’architettura. I due spazi, quello edificato e quello costituito da elementi vegetali in continuo cambiamento, sono in stretta relazione qualora quest’ultimo sia di pertinenza dell’architettura. Nel processo di rilievo tale rapporto deve essere considerato attentamente sovrapponendo un “ordine” superiore ai due diversi metodi di approccio per l’acquisizione dei dati conoscitivi. In uno spazio naturale, proprio per le sue intrinseche caratteristiche di mutevolezza, la definizione di un punto inequivocabilmente riconoscibile diventa molto difficile e avviene nel momento in cui vengono posizionati appositi segni artificiali inamovibili nel tempo (quali chiodi o picchetti) o ci sia il supporto di apparati decorativi e strutturali “costruiti”. Ci affidiamo quindi a un’accurata progettazione della prova di rilevamento per ottenere dati gestibili secondo un procedimento di rilievo possibile e coerente in cui i risultati possano essere verificabili, integrabili e forniscano una documentazione di uno stato di fatto al contempo oggettivo nelle linee strutturali e soggettivo del momento contingente delle operazioni di rilievo e del disegno degli aspetti stagionali della vita vegetativa del luogo naturale. Le sezioni e gli elementi “costruiti” (linee di partizione dello spazio, alberi, gradini, porzioni di muro, punti d’acqua, verzure) diventano fondamentali: l’andamento del terreno e i punti di riferimento del “costruito” sono misurati topograficamente con la stazione totale a cui segue una necessaria integrazione di rilievo tradizionale a mano delle singole emergenze: i particolari costruttivi e tecnologici del verde insieme al posizionamento della vegetazione ne costituiscono l’ossatura strutturale. Questi aspetti sono profondamente dipendenti dalla posizione del luogo in esame nel contesto ambientale formato dall’andamento del terreno, dall’orientamento e dal rapporto con un’architettura per la quale gli viene riconosciuta una determinata funzione. Sulla griglia strutturale si inseriscono gli eventuali apparati decorativi singolarmente circoscrivibili all’interno di un sistema generale funzionale, estetico e, in alcuni casi, anche edonistico. La restituzione segue lo stesso procedimento con difficoltà rappresentativa ogni volta diversa e commisurata al singolo luogo e alla finalità del lavoro di rilievo. La base dei dati è presentata dal rilievo topografico che fornisce un file di punti in 3D rappresentanti l’andamento altimetrico del terreno e i punti notevoli del “costruito”. È quindi possibile costruire un modello tridimensionale del terreno su cui posa l’intero insieme di elementi dello spazio naturale. La rappresentazione tridimensionale è utile sia per comprendere appieno l’oggetto – soprattutto se di dimensioni ragguardevoli – sia come partenza per una corretta rappresentazione bidimensionale di aspetti naturalistici altrimenti difficilmente individuabili. Gli aspetti architettonici e vegetali più imponenti sono così “fermati” e diventano il riferimento per analizzare gli inevitabili cambiamenti nel tempo della parte vegetativa. La metodologia tradizionale secondo cui si sovrappone allo spazio aperto da rilevare una griglia regolare come rete di appoggio per il posizionamento di punti all’interno di ogni singola quadrettatura può essere applicato anche oggi con la tecnologia sofisticata del GPS. Seguono due esempi di rilievo di un luogo naturale alberato diversi per funzione dell’architettura a cui sono di pertinenza e per finalità del rilievo stesso: il primo è un rilievo di conoscenza per il progetto di nuova destinazione d’uso, in secondo è un rilievo come strumento di premessa a un progetto di restauro.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.