Negli ultimi dieci anni si sono verificate numerose catastrofi lungo le aree costiere di tutto il mondo (Uragano Katrina a New Orleans, gli tsunami nel 2004 e 2011 in India e Giappone, rispettivamente) e anche l’Europa ha dovuto affrontare delle emergenze provocate dall’effetto negativo di mareggiate intense (ad esempio, la tempesta Xinthia in Francia in febbraio-marzo 2010). Le coste dell’Emilia-Romagna sono soggette al danneggiamento causato da eventi energetici e, in particolare, sono vulnerabili all’erosione e all’inondazione provocate dalle acque alte e delle onde (Perini et al., 2011; Armaroli et al., 2012). L’acqua alta (surge) in alto Adriatico è un fenomeno originato dall’innalzamento temporaneo del livello del mare causato, principalmente, dall’accumulo di acqua lungo la fascia costiera spinta dai venti che soffiano da sud-est, oltre che dall’effetto barometrico, cioè dalla bassa pressione, associato a perturbazioni atmosferiche, che crea un sovralzo del mare al di sopra del livello di marea astronomica. Una valutazione della vulnerabilità delle spiagge della regione alle mareggiate è, pertanto, di grande importanza per conoscere quali sono le zone più soggette a inondazione. Il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna ha iniziato da qualche tempo una valutazione del possibile effetto di diversi scenari meteo-marini sulle coste (Perini et al., 2010). In particolare, sono state prodotte due rappresentazioni cartografiche in GIS (Geographical Information System) che descrivono la vulnerabilità delle aree costiere: una di tipo puntuale (lungo dei profili topografici equispaziati) e una di tipo areale (limite massimo di ingressione del mare durante eventi estremi). Un ulteriore dato cartografico rilevante è rappresentato dalla cartografia delle aree storicamente colpite da eventi estremi che è stata prodotta nell’ambito del catalogo delle mareggiate realizzato per il progetto Micore (Morphological Impact and COastal Risk induced by Extreme storm events, [1]; Perini et al., 2011). La costa dell’Emilia-Romagna è una zona micro-tidale con maree semidiurne (80-90 cm in sizigie, 30-40 cm in quadrature). Il clima meteo-marino è caratterizzato da condizioni di bassa energia (91% delle onde è inferiore a 1.25 m) e la durata media delle mareggiate è inferiore a 24 ore. Le mareggiate più estreme che si possono verificare annualmente sono caratterizzate da Hs = 3.3 m e Ts = 7.7 s (Idroser, 1996), con elevazioni di surge che possono raggiungere 85 cm (Yu et al., 1998). Le direzioni dei venti che generano le tempeste più significative sono: Scirocco (SE) e Levante - Bora (E-NE). Circa il 60% della costa è protetto da opere rigide (barriere longitudinali emerse e soffolte, pennelli, scogliere radenti, ecc).

Cartografia di rischio da mareggiata della fascia costiera della Regione Emilia-Romagna

ARMAROLI, Clara;CIAVOLA, Paolo
2012

Abstract

Negli ultimi dieci anni si sono verificate numerose catastrofi lungo le aree costiere di tutto il mondo (Uragano Katrina a New Orleans, gli tsunami nel 2004 e 2011 in India e Giappone, rispettivamente) e anche l’Europa ha dovuto affrontare delle emergenze provocate dall’effetto negativo di mareggiate intense (ad esempio, la tempesta Xinthia in Francia in febbraio-marzo 2010). Le coste dell’Emilia-Romagna sono soggette al danneggiamento causato da eventi energetici e, in particolare, sono vulnerabili all’erosione e all’inondazione provocate dalle acque alte e delle onde (Perini et al., 2011; Armaroli et al., 2012). L’acqua alta (surge) in alto Adriatico è un fenomeno originato dall’innalzamento temporaneo del livello del mare causato, principalmente, dall’accumulo di acqua lungo la fascia costiera spinta dai venti che soffiano da sud-est, oltre che dall’effetto barometrico, cioè dalla bassa pressione, associato a perturbazioni atmosferiche, che crea un sovralzo del mare al di sopra del livello di marea astronomica. Una valutazione della vulnerabilità delle spiagge della regione alle mareggiate è, pertanto, di grande importanza per conoscere quali sono le zone più soggette a inondazione. Il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna ha iniziato da qualche tempo una valutazione del possibile effetto di diversi scenari meteo-marini sulle coste (Perini et al., 2010). In particolare, sono state prodotte due rappresentazioni cartografiche in GIS (Geographical Information System) che descrivono la vulnerabilità delle aree costiere: una di tipo puntuale (lungo dei profili topografici equispaziati) e una di tipo areale (limite massimo di ingressione del mare durante eventi estremi). Un ulteriore dato cartografico rilevante è rappresentato dalla cartografia delle aree storicamente colpite da eventi estremi che è stata prodotta nell’ambito del catalogo delle mareggiate realizzato per il progetto Micore (Morphological Impact and COastal Risk induced by Extreme storm events, [1]; Perini et al., 2011). La costa dell’Emilia-Romagna è una zona micro-tidale con maree semidiurne (80-90 cm in sizigie, 30-40 cm in quadrature). Il clima meteo-marino è caratterizzato da condizioni di bassa energia (91% delle onde è inferiore a 1.25 m) e la durata media delle mareggiate è inferiore a 24 ore. Le mareggiate più estreme che si possono verificare annualmente sono caratterizzate da Hs = 3.3 m e Ts = 7.7 s (Idroser, 1996), con elevazioni di surge che possono raggiungere 85 cm (Yu et al., 1998). Le direzioni dei venti che generano le tempeste più significative sono: Scirocco (SE) e Levante - Bora (E-NE). Circa il 60% della costa è protetto da opere rigide (barriere longitudinali emerse e soffolte, pennelli, scogliere radenti, ecc).
2012
9788844805876
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