I temi affrontati toccano diversi ambiti storici e culturali che richiedono approcci metodologici diversi a seconda delle casistiche. Una prima problematica riguarda i depositi rinvenuti negli insediamenti urbani dove il campo d’interesse si estende dal recupero dei reperti botanici per ricostruire l’ambiente, la dieta alimentare, gli usi e i costumi in un determinato contesto alla determinazione xilologica dei legni inerente sia oggetti d’uso che elementi strutturali. La svolta nell’approccio metodologico è segnata da alcuni rinvenimenti che hanno modificato il modus operandi, ora applicato ad un numero sempre più esteso di situazioni archeologiche. Fra i numerosi scavi in cui sono stati applicati i criteri esposti nel protocollo si ricorda il castrum altomedievale di Sant’Agata Bolognese scavato tra il 1994 e il 1997 (BO), i pozzi romani rinvenuti nella cava Ponte del Rio a Spilamberto (MO) indagati nel 2002, il fossato bassomedievale di Sant’Agata Bolognese (BO) sondato nel 2003 e la necropoli romana di Modena oggetto di recentissime indagini, oltre ai numerosi interventi effettuati in occasione dei lavori per il passaggio dell’Alta Velocità nella nostra regione, che ha interessato vari siti archeologici, fra cui la fornace romana e l’abitato del bronzo rinvenuto a Gaggio (Castelfranco Emilia - MO).
Strategie di campionamento nei cantieri archeologici: un soddisfacente protocollo a stretta interazione botanico-archeologica
MARCHESINI, Marco;MARVELLI, SILVIA;
2003
Abstract
I temi affrontati toccano diversi ambiti storici e culturali che richiedono approcci metodologici diversi a seconda delle casistiche. Una prima problematica riguarda i depositi rinvenuti negli insediamenti urbani dove il campo d’interesse si estende dal recupero dei reperti botanici per ricostruire l’ambiente, la dieta alimentare, gli usi e i costumi in un determinato contesto alla determinazione xilologica dei legni inerente sia oggetti d’uso che elementi strutturali. La svolta nell’approccio metodologico è segnata da alcuni rinvenimenti che hanno modificato il modus operandi, ora applicato ad un numero sempre più esteso di situazioni archeologiche. Fra i numerosi scavi in cui sono stati applicati i criteri esposti nel protocollo si ricorda il castrum altomedievale di Sant’Agata Bolognese scavato tra il 1994 e il 1997 (BO), i pozzi romani rinvenuti nella cava Ponte del Rio a Spilamberto (MO) indagati nel 2002, il fossato bassomedievale di Sant’Agata Bolognese (BO) sondato nel 2003 e la necropoli romana di Modena oggetto di recentissime indagini, oltre ai numerosi interventi effettuati in occasione dei lavori per il passaggio dell’Alta Velocità nella nostra regione, che ha interessato vari siti archeologici, fra cui la fornace romana e l’abitato del bronzo rinvenuto a Gaggio (Castelfranco Emilia - MO).I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.