Partendo dalle notissime decisioni della Corte di giustizia nei casi Viking e Laval, il contributo affronta la questione del possibile ruolo di contrappeso che la Corte EDU può avere rispetto alla giurisprudenza UE nell'ambito del diritto di sciopero e di contrattazione collettiva. La Corte EDU, infatti, a partire dal caso Demir della Grande Camera del 2008, ha ritenuto che l'art. 11 della CEDU (diritto di dar vita a sindacati e di iscriversi a questi) possa includere quale necessario corollario anche il diritto di contrattazione collettiva e di sciopero (caso Enerji Yapi del 2009). Una simile prospettiva viene criticamente vagliata alla luce delle non incoraggianti prese di posizione della Corte EDU nei riguardi del diritto comunitario e (oggi) dell'UE: dai precedenti davvero rilevanti (ossia quelli relativi a misure nazionali attuative di diritto dell'UE) emerge un grande self-restraint di Strasburgo, mentre i casi Demir ed Enerji Yapi riguardano misure piuttosto draconiane adottate dalla Turchia per negare il diritto di contrattazione colletiva o di sciopero nel pubblico impiego. Tuttavia, un cauto ottimismo può derivare da quella casistica di Strasburgo sui diritti dei lavoratori e dei sindacati da cui emerge la "recezione" da parte della Corte EDU di orientamenti degli organi di controllo della Carta sociale europea e dell'OIL. Nella misura in cui, specialmente a livello OIL, la "dottrina" Viking e Laval è stata sottoposta a critica, vi sono probabilità che in futuro Strasburgo possa bilanciare l'approccio della Corte di giustizia atto a far prevalere le libertà economiche su i diritti di azione collettiva dei lavoratori. In generale, si tratta anche della possibilità che il "diritto vivente" CEDU integri il diritto dell'UE per il tramite della Carta di Nizza, ove in particolare vengono espressamente sanciti sia il diritto di azione collettiva che quello di sciopero, nonché altri diritti sociali desunti dalla Carta sociale europea.
La Corte EDU come contrappeso: alla ricerca di sinergie tra Convenzione, Carta sociale europea e OIL
GUAZZAROTTI, Andrea
2012
Abstract
Partendo dalle notissime decisioni della Corte di giustizia nei casi Viking e Laval, il contributo affronta la questione del possibile ruolo di contrappeso che la Corte EDU può avere rispetto alla giurisprudenza UE nell'ambito del diritto di sciopero e di contrattazione collettiva. La Corte EDU, infatti, a partire dal caso Demir della Grande Camera del 2008, ha ritenuto che l'art. 11 della CEDU (diritto di dar vita a sindacati e di iscriversi a questi) possa includere quale necessario corollario anche il diritto di contrattazione collettiva e di sciopero (caso Enerji Yapi del 2009). Una simile prospettiva viene criticamente vagliata alla luce delle non incoraggianti prese di posizione della Corte EDU nei riguardi del diritto comunitario e (oggi) dell'UE: dai precedenti davvero rilevanti (ossia quelli relativi a misure nazionali attuative di diritto dell'UE) emerge un grande self-restraint di Strasburgo, mentre i casi Demir ed Enerji Yapi riguardano misure piuttosto draconiane adottate dalla Turchia per negare il diritto di contrattazione colletiva o di sciopero nel pubblico impiego. Tuttavia, un cauto ottimismo può derivare da quella casistica di Strasburgo sui diritti dei lavoratori e dei sindacati da cui emerge la "recezione" da parte della Corte EDU di orientamenti degli organi di controllo della Carta sociale europea e dell'OIL. Nella misura in cui, specialmente a livello OIL, la "dottrina" Viking e Laval è stata sottoposta a critica, vi sono probabilità che in futuro Strasburgo possa bilanciare l'approccio della Corte di giustizia atto a far prevalere le libertà economiche su i diritti di azione collettiva dei lavoratori. In generale, si tratta anche della possibilità che il "diritto vivente" CEDU integri il diritto dell'UE per il tramite della Carta di Nizza, ove in particolare vengono espressamente sanciti sia il diritto di azione collettiva che quello di sciopero, nonché altri diritti sociali desunti dalla Carta sociale europea.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.