Il costruire in armonia con la natura nei secoli passati era infatti, più che una scelta, una necessità in quanto l’uomo non è mai stato in grado di vincere nei confronti degli eventi naturali. Forse qualche battaglia potrà risultare a proprio favore, ma alla fine la storia ci dice che la guerra sarà comunque sempre persa. Questo contrasto fra uomo e natura, che talvolta appare in alcune architetture storiche ma anche in opere attuali, è sbagliato, stupido e miope per diverse ragioni: sicuramente è una guerra persa, ma soprattutto è una guerra sbagliata perché la natura può dare molto all’uomo e al suo contesto costruito in termini di risorse, di comfort, di qualità ambientale e quindi dovrebbe essere “naturale” costruire in armonia con la natura. Lasciano quindi perplessi alcuni termini come “architettura sostenibile”, quasi possa esistere una architettura “altra”, ossia non sostenibile, energivora, inquinante e arbitrariamente inserita in quell’ecosistema nel quale l’uomo convive da sempre e dovrà giocoforza continuare a farlo per sempre. Se parliamo quindi di architettura ritengo sia implicito “in armonia con la natura”, altrimenti parliamo di “edilizia” e in questo caso possiamo trovare interventi molto preoccupanti destinati al fallimento su più fronti.

Prefazione a [Copertura a verde e risorsa idrica. Implicazioni tecnologiche e benefici per l'ambiente urbano]

ZANNONI, Giovanni
2012

Abstract

Il costruire in armonia con la natura nei secoli passati era infatti, più che una scelta, una necessità in quanto l’uomo non è mai stato in grado di vincere nei confronti degli eventi naturali. Forse qualche battaglia potrà risultare a proprio favore, ma alla fine la storia ci dice che la guerra sarà comunque sempre persa. Questo contrasto fra uomo e natura, che talvolta appare in alcune architetture storiche ma anche in opere attuali, è sbagliato, stupido e miope per diverse ragioni: sicuramente è una guerra persa, ma soprattutto è una guerra sbagliata perché la natura può dare molto all’uomo e al suo contesto costruito in termini di risorse, di comfort, di qualità ambientale e quindi dovrebbe essere “naturale” costruire in armonia con la natura. Lasciano quindi perplessi alcuni termini come “architettura sostenibile”, quasi possa esistere una architettura “altra”, ossia non sostenibile, energivora, inquinante e arbitrariamente inserita in quell’ecosistema nel quale l’uomo convive da sempre e dovrà giocoforza continuare a farlo per sempre. Se parliamo quindi di architettura ritengo sia implicito “in armonia con la natura”, altrimenti parliamo di “edilizia” e in questo caso possiamo trovare interventi molto preoccupanti destinati al fallimento su più fronti.
2012
9788820408077
tetto verde; copertura verde; sostenibilità; risorsa idrica
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