La in situ chemical oxidation (ISCO) è una tecnologia che prevede d’iniettare un ossidante nel sottosuolo, al fine di trattare composti organici inquinanti (presenti nella matrice suolo oppure nell’eventuale acqua di falda). L’approccio decisionale sull’ossidante da utilizzare prevede l’esecuzione di test di laboratorio volti a verificare l’effettiva reattività degli inquinanti target nei confronti dell’ossidante considerato; relativamente al sito da bonificare, le indagini pre-trattamento sono in genere limitate alla determinazione della distribuzione degli inquinanti nel sito, la cui caratterizzazione viene realizzata attraverso studi di tipo geologico, topografico e idrodinamico. Costituiscono elementi essenziali per l’efficacia dell’intervento in campo l’ottenimento di un’adeguata distribuzione nel sottosuolo dell’ossidante, che deve interessare l’intera area impattata, e la quantità complessiva di ossidante da utilizzare. Nel tradizionale schema di applicazione, l’utilizzo dell’ISCO è quindi generalmente limitato a suoli aventi permeabilità medio-elevata e ove la domanda chimica di ossidante sia ridotta. Tipicamente, la tecnologia dell’ISCO viene quindi applicata a orizzonti a prevalente componente ghiaiosa o sabbiosa; tuttavia, un suolo caratterizzato da una domanda chimica di ossidante molto maggiore di quella relativa ai targets inquinanti, non appare in generale trattabile sfruttando questo tipo di tecnologia. Verrà discussa la possibilità di assistere la tecnologia ISCO mediante un trattamento di tipo elettrocinetico, volto a mobilizzare l’ossidante in terreni a bassa permeabilità attraverso fenomeni come elettromigrazione e flusso elettrosmotico. Prove di laboratorio hanno inoltre mostrato come l’applicazione di un campo elettrico possa comportare una diminuzione della sopracitata domanda chimica di ossidante del suolo, e degli stessi inquinanti alogenati (fenomeno citato in letteratura, e al quale è stato attribuito il nome di “in situ electro oxidation”, ISEO). Nel caso di suoli ad elevata domanda chimica di ossidante, un preventivo trattamento ISEO nella zona sorgente può allora consentire la successiva applicazione ISCO.
Bonifica di suoli contaminati da clorurati organici: Risultati osservati da test di elettrossidazione
ROSESTOLATO, Davide;FERRO, Sergio;DE BATTISTI, Achille;
2011
Abstract
La in situ chemical oxidation (ISCO) è una tecnologia che prevede d’iniettare un ossidante nel sottosuolo, al fine di trattare composti organici inquinanti (presenti nella matrice suolo oppure nell’eventuale acqua di falda). L’approccio decisionale sull’ossidante da utilizzare prevede l’esecuzione di test di laboratorio volti a verificare l’effettiva reattività degli inquinanti target nei confronti dell’ossidante considerato; relativamente al sito da bonificare, le indagini pre-trattamento sono in genere limitate alla determinazione della distribuzione degli inquinanti nel sito, la cui caratterizzazione viene realizzata attraverso studi di tipo geologico, topografico e idrodinamico. Costituiscono elementi essenziali per l’efficacia dell’intervento in campo l’ottenimento di un’adeguata distribuzione nel sottosuolo dell’ossidante, che deve interessare l’intera area impattata, e la quantità complessiva di ossidante da utilizzare. Nel tradizionale schema di applicazione, l’utilizzo dell’ISCO è quindi generalmente limitato a suoli aventi permeabilità medio-elevata e ove la domanda chimica di ossidante sia ridotta. Tipicamente, la tecnologia dell’ISCO viene quindi applicata a orizzonti a prevalente componente ghiaiosa o sabbiosa; tuttavia, un suolo caratterizzato da una domanda chimica di ossidante molto maggiore di quella relativa ai targets inquinanti, non appare in generale trattabile sfruttando questo tipo di tecnologia. Verrà discussa la possibilità di assistere la tecnologia ISCO mediante un trattamento di tipo elettrocinetico, volto a mobilizzare l’ossidante in terreni a bassa permeabilità attraverso fenomeni come elettromigrazione e flusso elettrosmotico. Prove di laboratorio hanno inoltre mostrato come l’applicazione di un campo elettrico possa comportare una diminuzione della sopracitata domanda chimica di ossidante del suolo, e degli stessi inquinanti alogenati (fenomeno citato in letteratura, e al quale è stato attribuito il nome di “in situ electro oxidation”, ISEO). Nel caso di suoli ad elevata domanda chimica di ossidante, un preventivo trattamento ISEO nella zona sorgente può allora consentire la successiva applicazione ISCO.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.