L’applicazione delle tecniche elettrocinetiche nell’estrazione di inquinanti organici ed inorganici da solidi dispersi è ampiamente descritta in letteratura. Si annoverano in particolare, nella ricca letteratura disponibile, i lavori pionieristici di Lageman e collaboratori [1]. La sovrapposizione di trasporto per migrazione e flusso elettro-osmotico per ioni di metalli pesanti può effettivamente condurre a significative velocità di rimozione, in presenza di interazioni inquinante-supporto solido che non siano troppo pronunciate. L’estrazione di specie inquinanti non cariche, di natura organica, è sostenuta dalla sola convezione elettro-osmotica, e può comunque risultare sufficientemente rapida. Il carattere non distruttivo della tecnica elettrocinetica di rimozione rappresenta un notevole vantaggio, unitamente alla semplicità dell’impiantistica richiesta, e modestia delle potenze elettriche impegnate, sia nel caso della bonifica si suoli in situ, che on site. A fronte di questi obiettivi aspetti positivi, non si registrano tuttavia molti casi di applicazione a livello di impianto pilota e, a maggior ragione, di impianti di interesse commerciale. La presente comunicazione descrive un impianto pilota di bonifica elettrocinetica installato nell’area del Vecchio Petrolchimico di Porto Marghera, per la rimozione di mercurio metallico da uno spessore di insaturo dell’ordine di circa 60-100 cm. Nel processo si fa uso di complessanti per facilitare la rimozione dell’inquinante. I dati, ottenuti nel corso di circa tre mesi dall’attivazione dell’impianto, mostrano chiaramente un’importante movimentazione di Hg. [1] Electro-reclamation: theory and practice, R. Lageman; W. Pool, G. Seffinga Chemistry & Industry, (1989), 18, 585-90.

Applicazione di una tecnica elettrocinetica per la bonifica di un’area industriale contaminata da Hg: un approccio innovativo in-situ

FERRO, Sergio;FERRI, Violetta;DE BATTISTI, Achille
2008

Abstract

L’applicazione delle tecniche elettrocinetiche nell’estrazione di inquinanti organici ed inorganici da solidi dispersi è ampiamente descritta in letteratura. Si annoverano in particolare, nella ricca letteratura disponibile, i lavori pionieristici di Lageman e collaboratori [1]. La sovrapposizione di trasporto per migrazione e flusso elettro-osmotico per ioni di metalli pesanti può effettivamente condurre a significative velocità di rimozione, in presenza di interazioni inquinante-supporto solido che non siano troppo pronunciate. L’estrazione di specie inquinanti non cariche, di natura organica, è sostenuta dalla sola convezione elettro-osmotica, e può comunque risultare sufficientemente rapida. Il carattere non distruttivo della tecnica elettrocinetica di rimozione rappresenta un notevole vantaggio, unitamente alla semplicità dell’impiantistica richiesta, e modestia delle potenze elettriche impegnate, sia nel caso della bonifica si suoli in situ, che on site. A fronte di questi obiettivi aspetti positivi, non si registrano tuttavia molti casi di applicazione a livello di impianto pilota e, a maggior ragione, di impianti di interesse commerciale. La presente comunicazione descrive un impianto pilota di bonifica elettrocinetica installato nell’area del Vecchio Petrolchimico di Porto Marghera, per la rimozione di mercurio metallico da uno spessore di insaturo dell’ordine di circa 60-100 cm. Nel processo si fa uso di complessanti per facilitare la rimozione dell’inquinante. I dati, ottenuti nel corso di circa tre mesi dall’attivazione dell’impianto, mostrano chiaramente un’importante movimentazione di Hg. [1] Electro-reclamation: theory and practice, R. Lageman; W. Pool, G. Seffinga Chemistry & Industry, (1989), 18, 585-90.
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