Ias e controlli fiscali

Il tema dei controlli è cruciale, considerato che la rilevanza fiscale dei criteri Ias fa riferimento alla “corretta applicazione” dei principi contabili internazionali. Quale potrà essere l’approccio, da parte degli organi di controllo, per valutare la corretta appli¬cazione dei criteri Ias? E in quale misura cercheranno di reinterpretare le scelte dell’impresa? Si tratta di un aspetto sicuramente delicato, ma guardando retrospettivamente ci si rende conto che l’autonomia delle regole fiscali non aveva finora dato la certezza che da essa ci si atten¬deva; anzi paradossalmente aveva valorizzato e enfatizzato le occasioni di contrasto tra Fisco e contribuenti. La rilevanza fiscale dei criteri contabili può essere vista anche in un’ottica di rasserenamento delle questioni di competenza, di qualificazione etc., anziché di un loro ina¬sprimento; può inoltre aiutare finalmente a comprendere la scarsa importanza sostanziale, nel quadro dell’azione di controllo demandata al Fisco, delle rettifiche sulle valutazioni di bilancio rispetto ai temi ben diversi dei bilanci falsi e delle frodi. Anche la Circolare 7/E/2011 si sofferma sul tema dei controlli sottolineando che «qualora i principi contabili internazionali consentano di effettuare scelte meramente discrezionali senza prevedere un criterio direttivo, l’amministrazio¬ne finanziaria potrà sindacare le opzioni adottate». Si tratta di capire il limite di questo sindacato. Non si può pensare di disconoscere una scelta contabile di per sé ragionevole, e in linea con il principio di riferimento, per la sola presenza di un eventuale vantaggio fiscale. Questa sembra del resto, ad una lettura non superficiale della Circolare sugli Ias, la linea sposata dalla stessa Agenzia delle entrate