Il capitolo descrive unl progetto sperimentale di accompagnamento all'autonomia avviato in una struttura per neomaggiorenni collocata a Ferrara che si avvale della collaborazione interistituzionale tra Istituto Don Calabria, ente promotore del progetto, Azienda Servizi alla persona del Comune di Ferrara, ente finanziatore e Università di Ferrara, responsabile della sperimentazione e della sua valutazione. Nello specifico il capitolo approfondisce la metodologia di partecipazione attiva alla progettazione/verifica del proprio percorso di cambiamento pensata e impiegata assieme a ciascun giovane che partecipa alla sperimentazione. L’idea di fondo riguarda la consapevolezza che tempi molto definiti e contenuti per la realizzazione di un intervento (1 anno circa in questo caso) abbiano necessità di essere sostenuti da una progettazione molto definita, realizzabile, realistica e documentabile; co-costruita con ogni singolo ragazzo sulla base delle sue esigenze,possibilità e bisogni; passibile di attuazione progressiva e restituibile in itinere al giovane stesso in modo da rafforzare la sua motivazione, monitorare i risultati progressivamente raggiunti, sostenerlo nel continuo riaggiustamento degli obiettivi da conseguire. Sulla base di queste premesse è stata applicata una metodologia di osservazione attiva, a partire dal modello ideato da Le Poultier (1990) e rielaborato e adottato negli anni novanta in alcune comunità italiane (Bastianoni, 1996, 2000) allo scopo di realizzare uno strumento di osservazione facilmente impiegabile dagli attori dei processi educativi consistente nella co-costruzione congiunta con ogni partecipante al progetto di tre strumenti di progettazione e rilevazione: la lista degli obiettivi, la lista dei descrittori comportamentali che segnalano come questi obiettivi possono essere raggiunti; la lista delle azioni educative che si richiedono all’educatore per essere facilitati nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Segue alla definizione della progettazione, la realizzazione della scheda di rilevazione dei propri comportamenti atti a raggiungere l’obiettivo designato e la scheda di rilevazione delle azioni di sostegno richieste all’educatore. Le schede vengono compilate da ciascun ragazzo a cadenza settimanale e consegnate alla fine della settimana all’educatore in un apposito incontro di riflessione e confronto sull’andamento settimanale che consente al ragazzo di ripensare a ciò che ha fatto e non ha fatto, agli impedimenti che hanno rallentato le sue azioni rivolte all’obiettivo designato in caso di rilevazioni mancanti, alle azioni che, invece, sono andate a buon fine in modo da rafforzare il sentimento di efficacia personale e la motivazione a perseguire gli obiettivi prefissati. La riflessione congiunta a scadenza settimanale consente anche di avere accesso a uno spazio reale e mentale dove ciascun giovane sperimenta il benessere dell’essere nella mente di un altro –l’educatore- con il quale co- costruisce un percorso, condividendone difficoltà e soddisfazioni. L’esperienza della co-costruzione e della condivisione affettiva consente nel tempo di interiorizzare un modello dello stare conl’altro caratterizzato da interesse, accoglienza, sintonizzazione affettiva, partecipazione e collaborazione che è premessa ad ogni reale e autentico processo di emancipazione dell’individuo. L’autonomia, in questa accezione non è intesa ad un livello superficiale come la capacità di fare e di stare da soli ma è la conquista di un percorso relazionale in cui si è potuto sperimentare lo stare con un altro significativo, con-dividere, co-costruire per poi sentirsi capace di procedere da solo avendo interiorizzato la sicurezza di potercela fare, di essere capace ma anche di poter richiedere aiuto e riceverlo quando si è in difficoltà.

Azioni di coinvolgimento, monitoraggio e valutazione nei percorsi verso l’autonomia: un progetto sperimentale nell’area ferrarese

BASTIANONI, Paola;
2012

Abstract

Il capitolo descrive unl progetto sperimentale di accompagnamento all'autonomia avviato in una struttura per neomaggiorenni collocata a Ferrara che si avvale della collaborazione interistituzionale tra Istituto Don Calabria, ente promotore del progetto, Azienda Servizi alla persona del Comune di Ferrara, ente finanziatore e Università di Ferrara, responsabile della sperimentazione e della sua valutazione. Nello specifico il capitolo approfondisce la metodologia di partecipazione attiva alla progettazione/verifica del proprio percorso di cambiamento pensata e impiegata assieme a ciascun giovane che partecipa alla sperimentazione. L’idea di fondo riguarda la consapevolezza che tempi molto definiti e contenuti per la realizzazione di un intervento (1 anno circa in questo caso) abbiano necessità di essere sostenuti da una progettazione molto definita, realizzabile, realistica e documentabile; co-costruita con ogni singolo ragazzo sulla base delle sue esigenze,possibilità e bisogni; passibile di attuazione progressiva e restituibile in itinere al giovane stesso in modo da rafforzare la sua motivazione, monitorare i risultati progressivamente raggiunti, sostenerlo nel continuo riaggiustamento degli obiettivi da conseguire. Sulla base di queste premesse è stata applicata una metodologia di osservazione attiva, a partire dal modello ideato da Le Poultier (1990) e rielaborato e adottato negli anni novanta in alcune comunità italiane (Bastianoni, 1996, 2000) allo scopo di realizzare uno strumento di osservazione facilmente impiegabile dagli attori dei processi educativi consistente nella co-costruzione congiunta con ogni partecipante al progetto di tre strumenti di progettazione e rilevazione: la lista degli obiettivi, la lista dei descrittori comportamentali che segnalano come questi obiettivi possono essere raggiunti; la lista delle azioni educative che si richiedono all’educatore per essere facilitati nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Segue alla definizione della progettazione, la realizzazione della scheda di rilevazione dei propri comportamenti atti a raggiungere l’obiettivo designato e la scheda di rilevazione delle azioni di sostegno richieste all’educatore. Le schede vengono compilate da ciascun ragazzo a cadenza settimanale e consegnate alla fine della settimana all’educatore in un apposito incontro di riflessione e confronto sull’andamento settimanale che consente al ragazzo di ripensare a ciò che ha fatto e non ha fatto, agli impedimenti che hanno rallentato le sue azioni rivolte all’obiettivo designato in caso di rilevazioni mancanti, alle azioni che, invece, sono andate a buon fine in modo da rafforzare il sentimento di efficacia personale e la motivazione a perseguire gli obiettivi prefissati. La riflessione congiunta a scadenza settimanale consente anche di avere accesso a uno spazio reale e mentale dove ciascun giovane sperimenta il benessere dell’essere nella mente di un altro –l’educatore- con il quale co- costruisce un percorso, condividendone difficoltà e soddisfazioni. L’esperienza della co-costruzione e della condivisione affettiva consente nel tempo di interiorizzare un modello dello stare conl’altro caratterizzato da interesse, accoglienza, sintonizzazione affettiva, partecipazione e collaborazione che è premessa ad ogni reale e autentico processo di emancipazione dell’individuo. L’autonomia, in questa accezione non è intesa ad un livello superficiale come la capacità di fare e di stare da soli ma è la conquista di un percorso relazionale in cui si è potuto sperimentare lo stare con un altro significativo, con-dividere, co-costruire per poi sentirsi capace di procedere da solo avendo interiorizzato la sicurezza di potercela fare, di essere capace ma anche di poter richiedere aiuto e riceverlo quando si è in difficoltà.
2012
9788843063819
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11392/1683376
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