Diventare maggiorenni quando si vive in una comunità per minori o presso una famiglia affidataria non potendo rientrare nella propria famiglia d’origine a causa delle serie problematicità che hanno determinato l’allontanamento quando si era ancora minorenni non è né semplice né banale. La carenza di interventi a favore di neomaggiorenni in uscita dai percorsi di cura e tutela pubblica in Italia rappresenta un forte limite nei processi di emancipazione e di uscita definitiva dall’assistenza pubblica da parte di chi ne ha usufruito fin dall’infanzia, non per problematiche personali o per danni compiuti su terzi, ma a causa della gravità e/o disfunzionalità del funzionamento della sua famiglia d’origine. Solo negli ultimi due decenni è stato avviato un dibattito internazionale– e, più di recente, nazionale – sui percorsi di accompagnamento all’autonomia di neomaggiorenni. Ciò giustifica l’eterogeneità degli interventi così come l’assenza di una terminologia condivisa, sia in ambito nazionale che internazionale. La letteratura internazionale utilizza l’espressione young adults in transition from care to adulthood, ovvero “giovani adulti in transizione dall’assistenza (residenziale) all’età adulta”, e young people leaving care, traducibile in “giovani che lasciano la tutela” da cui deriva il termine care leaver, che sta a indicare “colui che lascia l’assistenza”. Nella letteratura italiana le definizioni utilizzate sono diverse ma, aldi là della varietà dei termini, le riflessioni contenute in questo volume concernono tutti quei giovani in protezione e tutela pubblica che, una volta maggiorenni, perdono il diritto di essere protetti e supportati e sono obbligati a una rapida adultità indipendentemente dalla contingenza del momento evolutivo, dal percorso di riparazione ancora in atto per lui/lei e per il sistema familiare; dagli obiettivi raggiunti da entrambi e/o ancora da raggiungere e dagli esiti che devono ancora essere consolidati; al di là, quindi, di ogni azione protettiva preventiva ai rischi psicosociali e/o psicopatologici facilmente identificabili. Tra i tecnici del settore – educatori, psicologi e assistenti sociali- c’è unanime riconoscimento sulla necessità di promuovere interventi a sostegno dei neomaggiorenni in uscita dai sistemi di protezione e di cura pubblica perché ogni neomaggiorenne, in dimissione dalla comunità che lo accoglie, possa effettivamente portare a compimento il proprio progetto di vita potendo contare sull’aiuto psicologico, pratico, economico ed etico di qualcuno che crede in lui/lei.
Neomaggiorenni e autonomia personale
BASTIANONI, Paola;
2012
Abstract
Diventare maggiorenni quando si vive in una comunità per minori o presso una famiglia affidataria non potendo rientrare nella propria famiglia d’origine a causa delle serie problematicità che hanno determinato l’allontanamento quando si era ancora minorenni non è né semplice né banale. La carenza di interventi a favore di neomaggiorenni in uscita dai percorsi di cura e tutela pubblica in Italia rappresenta un forte limite nei processi di emancipazione e di uscita definitiva dall’assistenza pubblica da parte di chi ne ha usufruito fin dall’infanzia, non per problematiche personali o per danni compiuti su terzi, ma a causa della gravità e/o disfunzionalità del funzionamento della sua famiglia d’origine. Solo negli ultimi due decenni è stato avviato un dibattito internazionale– e, più di recente, nazionale – sui percorsi di accompagnamento all’autonomia di neomaggiorenni. Ciò giustifica l’eterogeneità degli interventi così come l’assenza di una terminologia condivisa, sia in ambito nazionale che internazionale. La letteratura internazionale utilizza l’espressione young adults in transition from care to adulthood, ovvero “giovani adulti in transizione dall’assistenza (residenziale) all’età adulta”, e young people leaving care, traducibile in “giovani che lasciano la tutela” da cui deriva il termine care leaver, che sta a indicare “colui che lascia l’assistenza”. Nella letteratura italiana le definizioni utilizzate sono diverse ma, aldi là della varietà dei termini, le riflessioni contenute in questo volume concernono tutti quei giovani in protezione e tutela pubblica che, una volta maggiorenni, perdono il diritto di essere protetti e supportati e sono obbligati a una rapida adultità indipendentemente dalla contingenza del momento evolutivo, dal percorso di riparazione ancora in atto per lui/lei e per il sistema familiare; dagli obiettivi raggiunti da entrambi e/o ancora da raggiungere e dagli esiti che devono ancora essere consolidati; al di là, quindi, di ogni azione protettiva preventiva ai rischi psicosociali e/o psicopatologici facilmente identificabili. Tra i tecnici del settore – educatori, psicologi e assistenti sociali- c’è unanime riconoscimento sulla necessità di promuovere interventi a sostegno dei neomaggiorenni in uscita dai sistemi di protezione e di cura pubblica perché ogni neomaggiorenne, in dimissione dalla comunità che lo accoglie, possa effettivamente portare a compimento il proprio progetto di vita potendo contare sull’aiuto psicologico, pratico, economico ed etico di qualcuno che crede in lui/lei.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.