L’errore di scheggiatura come mezzo per l’individuazione degli scheggiatori principianti si lega alla possibilità di riconoscere, attraverso le stimmate ravvisabili sui prodotti, la peculiarità della conoscenza teorica e pratica, della manualità, (“knowledge and know-how”; Harlacker 2006), del savoir-faire, inserite nel quadro più ampio del processo di apprendimento della scheggiatura. L’incorrere in un errore piuttosto che in un incidente di scheggiatura permette di comprendere se in un sito preistorico vi fossero o meno degli scheggiatori principianti; da qui la necessità di operare una distinzione tra errore ed incidente, dove l’incidente è qualcosa di inaspettato che non risponde alle proprie intenzioni e che presenta una morfologia non voluta precludendo la funzionalità stessa del manufatto (Baena, 1998): implica dunque un qualcosa di fortuito che può accadere anche ad una persona esperta nell’atto di compiere ciò che è in grado di fare, mentre il termine errore invece evidenzia una caratteristica riscontrabile nelle diverse fasi del processo di apprendimento della scheggiatura: riconducibile dunque ad uno scheggiatore inesperto, principiante (Shelley, 1990), è dovuto a inesperienza e imperizia e capita a chi non ha gli strumenti giusti per compiere una determinata azione e che quindi la effettua nel modo sbagliato. La distinzione tra incidente ed errore permette dunque di analizzare correttamente un insieme litico, mentre un confronto tra materiale archeologico e materiale sperimentale è necessario alla comprensione delle cause legate ai diversi errori di scheggiatura. I due casi studio, Cà Belvedere di Monte Poggiolo (FC) (Peretto et al., 1998) e Guado San Nicola 1 (IS) (Arzarello et al., 2009), permettono invece di individuare errori di scheggiatura peculiari per i diversi metodi di débitage messi in atto in due differenti contesti del Paleolitico inferiore.
L'errore di scheggiatura al servizio dell’apprendimento.
BUONSANTO, Cecilia;PERETTO, Carlo
2011
Abstract
L’errore di scheggiatura come mezzo per l’individuazione degli scheggiatori principianti si lega alla possibilità di riconoscere, attraverso le stimmate ravvisabili sui prodotti, la peculiarità della conoscenza teorica e pratica, della manualità, (“knowledge and know-how”; Harlacker 2006), del savoir-faire, inserite nel quadro più ampio del processo di apprendimento della scheggiatura. L’incorrere in un errore piuttosto che in un incidente di scheggiatura permette di comprendere se in un sito preistorico vi fossero o meno degli scheggiatori principianti; da qui la necessità di operare una distinzione tra errore ed incidente, dove l’incidente è qualcosa di inaspettato che non risponde alle proprie intenzioni e che presenta una morfologia non voluta precludendo la funzionalità stessa del manufatto (Baena, 1998): implica dunque un qualcosa di fortuito che può accadere anche ad una persona esperta nell’atto di compiere ciò che è in grado di fare, mentre il termine errore invece evidenzia una caratteristica riscontrabile nelle diverse fasi del processo di apprendimento della scheggiatura: riconducibile dunque ad uno scheggiatore inesperto, principiante (Shelley, 1990), è dovuto a inesperienza e imperizia e capita a chi non ha gli strumenti giusti per compiere una determinata azione e che quindi la effettua nel modo sbagliato. La distinzione tra incidente ed errore permette dunque di analizzare correttamente un insieme litico, mentre un confronto tra materiale archeologico e materiale sperimentale è necessario alla comprensione delle cause legate ai diversi errori di scheggiatura. I due casi studio, Cà Belvedere di Monte Poggiolo (FC) (Peretto et al., 1998) e Guado San Nicola 1 (IS) (Arzarello et al., 2009), permettono invece di individuare errori di scheggiatura peculiari per i diversi metodi di débitage messi in atto in due differenti contesti del Paleolitico inferiore.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.