Il Chiostro piccolo della Certosa di Pavia, costruito negli anni 1462 – 1472, è caratterizzato dalla presenza di intonaci colorati e fregi ed ornamenti in terra cotta, sia modellata che a stampo, che presentano tutt’ora tracce di coloritura, in genere di colore rosso. Con lo scopo di identificare la cromia originale del chiostro ed ottenere maggiori informazioni sulle tecniche di costruzione e di decorazione del passato, si è proceduto ad uno studio sistematico di numerosi campioni prelevati sia dagli elementi decorativi in cotto, che dagli intonaci e malte di allettamento, posizionati su tutti e quattro i lati del Chiostro. E’ noto che la conoscenza dei materiali e di come essi sono stati impiegati, oltre ad aumentare le notizie sulle tecniche artistiche, costituisce una fonte di interesse per gli storici, in quanto è possibile identificare con chiarezza le differenti sovrapposizioni e i rifacimenti posteriori.1, 2 Le indagini relative allo studio dei material costituenti le finiture colorate hanno previsto l’utilizzo di diverse metodologie di studio 3. Piccoli frammenti dei campioni prelevati sono stati inglobati in resina poliestere e lucidati per ottenere sezioni trasversali lucide. L'osservazione al microscopio ottico di tali sezioni ha permesso di studiare la struttura stratigrafica, cioè la sovrapposizione dei diversi strati di colore. Microanalisi chimica per via umida e strumentale (utilizzando un microscopio elettronico a scansione connesso ad un sistema di microanalisi EDS), test di solubilità e colorazione specifica sono state eseguite sulle sezioni o su altri frammenti dei campioni per identificare pigmenti e leganti, costituenti i diversi strati di finiture colorate. Per lo studio delle caratteristiche composizionali, strutturali e tessiturali dei cotti sono state eseguite analisi mineralogico-petrografiche. Lo studio è stato condotto in sezione sottile al microscopio polarizzatore ed in diffrattometria ai raggi X, su frammenti macinati in mortaio d’agata, per verificare la composizione mineralogica e la presenza di minerali non risolvibili otticamente. Per gli intonaci e le malte lo studio delle caratteristiche composizionali è stato condotto utilizzando sia l’analisi diffrattometrica ai raggi X, che osservando i campioni al microscopio stereoscopico e le rispettive sezioni sottili al microscopio polarizzatore4. L’analisi granulometrica della frazione sabbiosa è stata eseguita mediante setacciatura, dopo aver eliminato il legante, disaggregando i campioni con gli ultrasuoni in acqua deionizzata.

I materiali e le coloriture dei cotti decorativi del Chiostro piccolo

GRILLINI, Gian Carlo
2008

Abstract

Il Chiostro piccolo della Certosa di Pavia, costruito negli anni 1462 – 1472, è caratterizzato dalla presenza di intonaci colorati e fregi ed ornamenti in terra cotta, sia modellata che a stampo, che presentano tutt’ora tracce di coloritura, in genere di colore rosso. Con lo scopo di identificare la cromia originale del chiostro ed ottenere maggiori informazioni sulle tecniche di costruzione e di decorazione del passato, si è proceduto ad uno studio sistematico di numerosi campioni prelevati sia dagli elementi decorativi in cotto, che dagli intonaci e malte di allettamento, posizionati su tutti e quattro i lati del Chiostro. E’ noto che la conoscenza dei materiali e di come essi sono stati impiegati, oltre ad aumentare le notizie sulle tecniche artistiche, costituisce una fonte di interesse per gli storici, in quanto è possibile identificare con chiarezza le differenti sovrapposizioni e i rifacimenti posteriori.1, 2 Le indagini relative allo studio dei material costituenti le finiture colorate hanno previsto l’utilizzo di diverse metodologie di studio 3. Piccoli frammenti dei campioni prelevati sono stati inglobati in resina poliestere e lucidati per ottenere sezioni trasversali lucide. L'osservazione al microscopio ottico di tali sezioni ha permesso di studiare la struttura stratigrafica, cioè la sovrapposizione dei diversi strati di colore. Microanalisi chimica per via umida e strumentale (utilizzando un microscopio elettronico a scansione connesso ad un sistema di microanalisi EDS), test di solubilità e colorazione specifica sono state eseguite sulle sezioni o su altri frammenti dei campioni per identificare pigmenti e leganti, costituenti i diversi strati di finiture colorate. Per lo studio delle caratteristiche composizionali, strutturali e tessiturali dei cotti sono state eseguite analisi mineralogico-petrografiche. Lo studio è stato condotto in sezione sottile al microscopio polarizzatore ed in diffrattometria ai raggi X, su frammenti macinati in mortaio d’agata, per verificare la composizione mineralogica e la presenza di minerali non risolvibili otticamente. Per gli intonaci e le malte lo studio delle caratteristiche composizionali è stato condotto utilizzando sia l’analisi diffrattometrica ai raggi X, che osservando i campioni al microscopio stereoscopico e le rispettive sezioni sottili al microscopio polarizzatore4. L’analisi granulometrica della frazione sabbiosa è stata eseguita mediante setacciatura, dopo aver eliminato il legante, disaggregando i campioni con gli ultrasuoni in acqua deionizzata.
2008
Certosa di Pavia; intonaci; malte; degrado
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