Obiettivo del presente contributo è quello di riflettere sulle possibilità di tutela e valorizzazione del sistema delle acque della città di Fermo, prevalentemente di natura pubblica, caratterizzato dalla conservazione ancora in loco di molteplici elementi legati a diverse fasi dello sviluppo storico della città dall’epoca romana fino ai primi del Novecento. In particolare sono presenti e diversamente conservati in situazione attiva, spenta o di rudere, i seguenti sistemi connessi alla fornitura di acqua pubblica: - le cisterne romane (le cisterne piccole a sei stanze e le cisterne grandi a trenta stanze) risalenti all’epoca repubblicana e poi imperiale, che costituirono il serbatoio della città per tutta l’epoca romana, recuperate poi nella seconda metà dell’Ottocento dopo la loro riscoperta; sono attualmente utilizzate in qualità di museo di se stesse o per mostre temporanee ed eventi; - il complesso e reticolare sistema di canali sotterranei (detti localmente cunicoli), costruiti in muratura dentro percorsi scavati, assolvono alla funzione di captazione dell’acqua filtrata dal terreno arenaceo del quale è composto il colle della città, per condurla, per gravità, alle relative fonti pubblicheo ai pozzi privati. Questi cunicoli risalgono a diverse epoche, da quella romana fino all’Ottocento e sono stati nel tempo dettagliatamente censiti dal CAI di Fermo permettendo, quindi, un’approfondita conoscenza dello stato del sottosuolo e del loro grado di conservazione; - le fonti di approvvigionamento ancora oggi esistenti, costituivano l’unità terminale di questo complesso sistema sotterraneo e si presentano suddivise in due grandi famiglie: le fontane intra moenia di modeste dimensioni e spesso oggetto di abbellimenti sei-settecenteschi, alle quali si sono affiancate nel tempo fontane in ghisa ottocentesche/novecentesche; le fontane extra moenia, manufatti architettonici di più grandi dimensioni con arcate e vasche di raccolta delle acque, risalenti agli inizi del XIV secolo e poste in prossimità di alcuni degli accessi alla città, in posizione abbastanza lontana dalle mura civiche, per potere servire tanto la cittadinanza quanto l’immediato contado. Nel trattare le tipologie costruttive ed architettoniche dei diversi sistemi qui presentati, verranno messe in luce le problematiche legate alla mancanza d’uso e quindi all’abbandono totale in cui versano e come questa mancata manutenzione comporti un danno rilevante non solo alla materia dell’architettura ma soprattutto all’equilibrio idrogeologico della città. Il contributo tenterà di delineare possibili proposte d’uso e di recupero del sistema delle fontane e dei cunicoli fermani, tali da consentire ad un sistema che oggi, per ovvie ragioni sociali, non può più aspirare alla funzione originaria di essere convertito verso altri usi compatibili, nel rispetto della sostenibilità ambientale.
Tutela e valorizzazione dei sistemi storici delle acque fermane: problematiche e potenzialità d’uso e gestione nella città odierna
AMBROGIO, Keoma;CONFORTI, Annalisa
2011
Abstract
Obiettivo del presente contributo è quello di riflettere sulle possibilità di tutela e valorizzazione del sistema delle acque della città di Fermo, prevalentemente di natura pubblica, caratterizzato dalla conservazione ancora in loco di molteplici elementi legati a diverse fasi dello sviluppo storico della città dall’epoca romana fino ai primi del Novecento. In particolare sono presenti e diversamente conservati in situazione attiva, spenta o di rudere, i seguenti sistemi connessi alla fornitura di acqua pubblica: - le cisterne romane (le cisterne piccole a sei stanze e le cisterne grandi a trenta stanze) risalenti all’epoca repubblicana e poi imperiale, che costituirono il serbatoio della città per tutta l’epoca romana, recuperate poi nella seconda metà dell’Ottocento dopo la loro riscoperta; sono attualmente utilizzate in qualità di museo di se stesse o per mostre temporanee ed eventi; - il complesso e reticolare sistema di canali sotterranei (detti localmente cunicoli), costruiti in muratura dentro percorsi scavati, assolvono alla funzione di captazione dell’acqua filtrata dal terreno arenaceo del quale è composto il colle della città, per condurla, per gravità, alle relative fonti pubblicheo ai pozzi privati. Questi cunicoli risalgono a diverse epoche, da quella romana fino all’Ottocento e sono stati nel tempo dettagliatamente censiti dal CAI di Fermo permettendo, quindi, un’approfondita conoscenza dello stato del sottosuolo e del loro grado di conservazione; - le fonti di approvvigionamento ancora oggi esistenti, costituivano l’unità terminale di questo complesso sistema sotterraneo e si presentano suddivise in due grandi famiglie: le fontane intra moenia di modeste dimensioni e spesso oggetto di abbellimenti sei-settecenteschi, alle quali si sono affiancate nel tempo fontane in ghisa ottocentesche/novecentesche; le fontane extra moenia, manufatti architettonici di più grandi dimensioni con arcate e vasche di raccolta delle acque, risalenti agli inizi del XIV secolo e poste in prossimità di alcuni degli accessi alla città, in posizione abbastanza lontana dalle mura civiche, per potere servire tanto la cittadinanza quanto l’immediato contado. Nel trattare le tipologie costruttive ed architettoniche dei diversi sistemi qui presentati, verranno messe in luce le problematiche legate alla mancanza d’uso e quindi all’abbandono totale in cui versano e come questa mancata manutenzione comporti un danno rilevante non solo alla materia dell’architettura ma soprattutto all’equilibrio idrogeologico della città. Il contributo tenterà di delineare possibili proposte d’uso e di recupero del sistema delle fontane e dei cunicoli fermani, tali da consentire ad un sistema che oggi, per ovvie ragioni sociali, non può più aspirare alla funzione originaria di essere convertito verso altri usi compatibili, nel rispetto della sostenibilità ambientale.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.