Nel presente contributo gli autori ripercorrono brevemente le tappe delle ricerche archeologiche in Cansiglio ricordandone le modalità, le metodologie impiegate e tutti gli enti e le persone che ne hanno supportato il successo. Le prime segnalazioni pervennero nel 1985 alla Soprintendenza competente da parte del Prof. Mauro Cremaschi e, all’inizio degli anni ’90, da parte del Gruppo Archeologico "Amici del Museo di Belluno". Con il sostegno della Fondazione Giovanni Angelini, venne avviata a partire dal 1993 una serie di campagne di scavo in concessione ministeriale, dapprima nel sito epigravettiano di Palughetto, successivamente nel sito mesolitico di Casera Lissandri I fino al 1996, che aprirono ampie prospettive di indagine verso la scoperta di nuovi insediamenti lungo il versante Lissandri, al Bus de la Lum, sui rilievi circostanti l’Altopiano, fino a ritornare al Palughetto con l’esumazione dei resti della foresta tardoglaciale conservati nella torbiera. L’apporto del Consiglio Nazionale delle Ricerche attraverso il palinologo Cesare Ravazzi permise di elaborare una strategia di indagine di questa importante sequenza sedimentaria e paleontologica, supportata dall’impegno dell’ente gestore la Foresta del Cansiglio, Veneto Agricoltura, nella persona della Dott.ssa Anna Vieceli. Dal punto di vista archeologico, il risultato più prestigioso consistette nel ritrovamento della riserva di selci nei fanghi organici della torbiera che marcò la crescita sul piano umano, organizzativo e finanziario delle attività scientifiche. Vennero così aperti due importanti laboratori di indagine, nuovamente al Palughetto nel 1997 e nel 2001 superando condizioni logistiche proibitive, e attorno alle Casere Lissandri con gli scavi dei siti mesolitici Casera Davià II e Lissandri XVII fino al 2002. Ritenute concluse le ricerche archeologiche di terreno, le ultime energie furono spese in nuovi carotaggi al Palughetto e soprattutto nell’eccezionale recupero dei resti arborei colà conservati da parte di un gruppo di specialisti in dendrocronologia e radiodatazioni dell’Università di Heidelberg e dell’Università di Höhenheim. L’insieme dei dati interdisciplinari acquisiti nel corso di questo quindicennio permette di ricostruire con buona risoluzione la storia del clima, della vegetazione e del popolamento antropico di quest’area montana tra 20.000 e 8.000 anni dal presente, estendendone le implicazioni all’intera regione prealpina orientale.

Studi, ricerche, attività e prospettive di fruizione per un Cansiglio archeologico

PERESANI, Marco;
2009

Abstract

Nel presente contributo gli autori ripercorrono brevemente le tappe delle ricerche archeologiche in Cansiglio ricordandone le modalità, le metodologie impiegate e tutti gli enti e le persone che ne hanno supportato il successo. Le prime segnalazioni pervennero nel 1985 alla Soprintendenza competente da parte del Prof. Mauro Cremaschi e, all’inizio degli anni ’90, da parte del Gruppo Archeologico "Amici del Museo di Belluno". Con il sostegno della Fondazione Giovanni Angelini, venne avviata a partire dal 1993 una serie di campagne di scavo in concessione ministeriale, dapprima nel sito epigravettiano di Palughetto, successivamente nel sito mesolitico di Casera Lissandri I fino al 1996, che aprirono ampie prospettive di indagine verso la scoperta di nuovi insediamenti lungo il versante Lissandri, al Bus de la Lum, sui rilievi circostanti l’Altopiano, fino a ritornare al Palughetto con l’esumazione dei resti della foresta tardoglaciale conservati nella torbiera. L’apporto del Consiglio Nazionale delle Ricerche attraverso il palinologo Cesare Ravazzi permise di elaborare una strategia di indagine di questa importante sequenza sedimentaria e paleontologica, supportata dall’impegno dell’ente gestore la Foresta del Cansiglio, Veneto Agricoltura, nella persona della Dott.ssa Anna Vieceli. Dal punto di vista archeologico, il risultato più prestigioso consistette nel ritrovamento della riserva di selci nei fanghi organici della torbiera che marcò la crescita sul piano umano, organizzativo e finanziario delle attività scientifiche. Vennero così aperti due importanti laboratori di indagine, nuovamente al Palughetto nel 1997 e nel 2001 superando condizioni logistiche proibitive, e attorno alle Casere Lissandri con gli scavi dei siti mesolitici Casera Davià II e Lissandri XVII fino al 2002. Ritenute concluse le ricerche archeologiche di terreno, le ultime energie furono spese in nuovi carotaggi al Palughetto e soprattutto nell’eccezionale recupero dei resti arborei colà conservati da parte di un gruppo di specialisti in dendrocronologia e radiodatazioni dell’Università di Heidelberg e dell’Università di Höhenheim. L’insieme dei dati interdisciplinari acquisiti nel corso di questo quindicennio permette di ricostruire con buona risoluzione la storia del clima, della vegetazione e del popolamento antropico di quest’area montana tra 20.000 e 8.000 anni dal presente, estendendone le implicazioni all’intera regione prealpina orientale.
2009
9788890435904
Altopiano del Cansiglio; Ricerca scientifica; Paleolitico; Mesolitico; Divulgazione; Didattica
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