Inquadrata in una delle prime fasi della penetrazione epigravettiana nelle Alpi Orientali italiane, Grotta del Clusantin si presenta come un sito specializzato nella caccia alla marmotta datato attorno a 14ka cal B.P. Cavità superficiale di modeste dimensioni, si trova a 520 metri di quota sull’Altopiano di Pradis, una piccola unità fisiografica delle Prealpi Carniche incastonata tra rilievi calcarei elevati a 1200-1400m. La posizione della cavità e la geometria delle unità antropogeniche ne configurano l’area atriale come luogo condizio- nato dalla morfologia della zona protetta e, pertanto, adatto ad ospitare un numero limitato di cacciatori. Non si sono rivelate evidenze di un utilizzo della stessa area per lo svernamento animale. Lo spettro arche- ozoologico evidenzia una netta dominanza di Marmota marmota con individui di varia età sugli altri taxa identificati, riconducibili ad ungulati e carnivori. Sono state rilevate varie tracce di intervento antropico su alcuni resti di marmotta e di ungulati e, nel contempo, è stata attestata l’assenza di interventi animali sin- e post-deposizionali. La distribuzione areale del roditore e la dislocazione spaziale dei resti con tracce antro- piche suggeriscono un utilizzo e un’attenzione particolare nei confronti di questo mammifero da parte dei cacciatori epigravettiani.
Predazione e sfruttamento di Marmota marmota nel sito epigravettiano di Grotta del Clusantin (Altopiano di Pradis, Prealpi Carniche, Pordenone)
GURIOLI, Fabio;PERESANI, Marco;ROMANDINI, Matteo;SALA, Benedetto
2010
Abstract
Inquadrata in una delle prime fasi della penetrazione epigravettiana nelle Alpi Orientali italiane, Grotta del Clusantin si presenta come un sito specializzato nella caccia alla marmotta datato attorno a 14ka cal B.P. Cavità superficiale di modeste dimensioni, si trova a 520 metri di quota sull’Altopiano di Pradis, una piccola unità fisiografica delle Prealpi Carniche incastonata tra rilievi calcarei elevati a 1200-1400m. La posizione della cavità e la geometria delle unità antropogeniche ne configurano l’area atriale come luogo condizio- nato dalla morfologia della zona protetta e, pertanto, adatto ad ospitare un numero limitato di cacciatori. Non si sono rivelate evidenze di un utilizzo della stessa area per lo svernamento animale. Lo spettro arche- ozoologico evidenzia una netta dominanza di Marmota marmota con individui di varia età sugli altri taxa identificati, riconducibili ad ungulati e carnivori. Sono state rilevate varie tracce di intervento antropico su alcuni resti di marmotta e di ungulati e, nel contempo, è stata attestata l’assenza di interventi animali sin- e post-deposizionali. La distribuzione areale del roditore e la dislocazione spaziale dei resti con tracce antro- piche suggeriscono un utilizzo e un’attenzione particolare nei confronti di questo mammifero da parte dei cacciatori epigravettiani.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.