Il capitolo si propone di cogliere, in una prospettiva psicosociale, il ruolo del processo di delegittimazione nella genesi della Shoah. E’ questa una forma di discriminazione estrema che si origina in situazioni di conflitto e che consiste nel definire un gruppo in base a categorie sociali estremamente negative che consentono di escluderlo dai confini entro cui la maggioranza comunemente applica i propri criteri di giustizia e di equità. La delegittimazione produce l’esclusione permanente del gruppo bersaglio che può giungere fino al suo annientamento. L’analisi proposta non si focalizza, dunque, sul funzionamento e sulla personalità dei singoli nel produrre esiti distruttivi, ma su quegli elementi di conflitto nei rapporti fra minoranza ebraica e maggioranza tedesca che l’ideologia nazista riuscì così efficacemente ad intercettare ed utilizzare. Se, la campagna antisemita fu dunque ideata per rafforzare la convinzione che gli Ebrei costituivano una minaccia per la specificità culturale e biologica della maggioranza con il preciso scopo di delegittimarli, il passo successivo fu di impiegare nuovamente la delegittimazione per giustificare la bontà delle azioni persecutorie via via intraprese che giunsero allo sterminio degli Ebrei di diciannove paesi.
Forme estreme di discriminazione sociale nella genesi della Shoah
RAVENNA, Marcella
2010
Abstract
Il capitolo si propone di cogliere, in una prospettiva psicosociale, il ruolo del processo di delegittimazione nella genesi della Shoah. E’ questa una forma di discriminazione estrema che si origina in situazioni di conflitto e che consiste nel definire un gruppo in base a categorie sociali estremamente negative che consentono di escluderlo dai confini entro cui la maggioranza comunemente applica i propri criteri di giustizia e di equità. La delegittimazione produce l’esclusione permanente del gruppo bersaglio che può giungere fino al suo annientamento. L’analisi proposta non si focalizza, dunque, sul funzionamento e sulla personalità dei singoli nel produrre esiti distruttivi, ma su quegli elementi di conflitto nei rapporti fra minoranza ebraica e maggioranza tedesca che l’ideologia nazista riuscì così efficacemente ad intercettare ed utilizzare. Se, la campagna antisemita fu dunque ideata per rafforzare la convinzione che gli Ebrei costituivano una minaccia per la specificità culturale e biologica della maggioranza con il preciso scopo di delegittimarli, il passo successivo fu di impiegare nuovamente la delegittimazione per giustificare la bontà delle azioni persecutorie via via intraprese che giunsero allo sterminio degli Ebrei di diciannove paesi.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.